12 Gennaio 2021

Torino: attacco antisemita durante la presentazione di un libro sulla piattaforma telematica Zoom

Luogo:

Torino

Fonte:

Segnalazione CE, Corriere di Torino

«Ebrei vi bruceremo nei forni»

Raid antisemita nella riunione web

Nuovo caso di Zoombombing

Insulti durante la presentazione di un libro sulla Shoah. «Ma non ci hanno fermato»

Per lanciare i loro insulti online si sono nascosti dietro a delle immagini scovate sul web: svastiche, aquile del Terzo Reich e il volto di Adolf Hitler. Vecchia collezione di nefandezze come, del resto, la serie di invettive urlate al microfono, durante la riunione su Zoom. «Ebrei ai forni», «Vi bruceremo tutti», «Dovete morire». Parole di odio con le quali una decina di utenti, nel pomeriggio di domenica, ha tentato di far concludere la presentazione a distanza, organizzata dal Centro di studi ebraici e dall’Istoreto, di un libro sulla Shoah. L’ennesimo raid antisemita pianificato per impedire un momento di riflessione online. Ma questa volta non sono riusciti nel loro intento. Per fortuna. Con la pandemia che ci ha chiusi in casa, si sono diffuse le piattaforme per aprire le aule online, dove chiacchierare, fare lezione o una riunione senza essere seduti allo stesso tavolo. L’app più famosa è Zoom. Da cui ha origine anche l’ultimo neologismo destinato a entrare nel nostro vocabolario. «Zoombombing». Parola di ultima generazione per indicare la pratica di interrompere una videolezione o un webinar con messaggi scemi o, nei casi peggiori, pornografici, razzisti e offensivi. L’ultima presa di mira è la giornalista Lia Tagliacozzo, autrice del libro dal titolo «La generazione del deserto». «Durante la presentazione organizzata dalle due realtà culturali torinesi, è scoppiata un’improvvisa gazzarra — racconta la scrittrice —. L’incursione di una decina di persone che, per due minuti, ha incominciato a dire frasi e a mostrare immagini sgradevoli. Ma una cosa è chiara: non sono riusciti a fermarci». Il raid antisemita è stato arginato dagli organizzatori dell’evento su Zoom. Gli utenti sono stati «silenziati», disattivando il loro microfono, più volte. Poi, vista la loro ostinazione, espulsi dall’aula virtuale. «Le centodieci persone online hanno seguito fino all’ultimo — dice Tagliacozzo —. Nessuno ha scelto di interrompere il collegamento». Nelle scorse settimane, altri appuntamenti web sono stati rovinati da uno zoombombing. «Presentavamo il progetto Tempo Curioso che agisce sul contrasto alle povertà educative in Val di Susa», ha raccontato Ilda Curti, l’ex assessora comunale, a metà dicembre su Facebook. Appuntamento su Internet, un centinaio i partecipanti davanti al monitor di casa. Tra loro anche una squadraccia di «fascisti 2.0». Aggiunge la protagonista: «Siamo stati hackerati: prima lo schermo si è oscurato e sono comparse svastiche e bestemmie. Poi sono cominciate incursioni audio: viva il Duce e robaccia simile. Chiuso l’audio da parte nostra, hanno attaccato la chat con la stessa violenta idiozia neonazi». La tecnica è sempre la stessa. Iscrizioni con mail e nomi falsi per non farsi identificare. E, dopo pochi minuti, raffica di interventi a base di urla e immagini scandalose. «Appena ne sbattevamo fuori uno ne entrava un altro», ha raccontato Curti. Gli episodi sono all’attenzione della Polizia postale. Gli organizzatori, subiti i raid antisemiti, hanno sporto denuncia.

Di Paolo Coccorese