6 Febbraio 2024

Ex diplomatica lancia accuse false e diffamatorie contro Liliana Segre

Basile e il video choc contro Liliana Segre: «Si dispera solo per i bambini ebrei. Vuole imitare i nazisti?». Il figlio: «Lo rimuova o quereliamo»

Lo sfogo della ex funzionaria della Farnesina: «I bambini palestinesi non la toccano?». La dura replica della famiglia: «Tutto falso»

Il video è di una settimana fa e le parole poco coerenti con la cronaca. La cosiddetta «ambasciatrice» Elena Basile — formalmente ex «ministra plenipotenziaria» due volte capo missione (dunque con funzione di ambasciatrice) in Svezia e in Belgio — sul suo profilo Facebook ha pubblicato un filmato nel quale si rivolge alla senatrice a vita Liliana Segre, commentando le sue parole nel Giorno della Memoria, quando le è stata conferita la laurea honoris causa in Scienze storiche. «Cara Signora Segre, lei dice di non poter più dormire pensando ai bambini ebrei uccisi il 7 ottobre: ci racconta di come la sua memoria sia tormentata non solo nel giorno della memoria ma per 365 giorni da quello che ha vissuto nei campi di concentramento. Ma cara signora, possibile che lei sia tormentata solo da pensiero dei bambini ebrei? I bambini palestinesi non la toccano? Capisce che ci sono bambini mutilati che giacciono per terra oltre a quelli morti, uno ogni 4-5 minuti?».

Il paragone (assurdo) con i tedeschi

L’ex funzionaria della Farnesina, in pensione dal giugno dello scorso anno, fa anche uno spericolato paragone con i tedeschi, «molto buoni con i loro bambini nazisti: anche loro avevano una morale che si rivolgeva ai tedeschi, agli ariani, ai bianchi, e non capivano, non sentivano nulla per la morte degli ebrei: lei vuole imitarli? Sente qualcosa solo per la morte per gli ebrei ma non per gli altri?». Le chiede quindi di pronunciare «qualche cosa a favore dei bambini, pronunci una condanna, sia la persona morale nella quale tutti noi crediamo». Infine: «Prenda per mano il presidente della Repubblica, entrambi con il coraggio delle persone morali, dovete condannare Israele e riconoscere lo Stato di Palestina. Non ci deluda».

La disperazione per i bambini

A Basile forse sfugge che Sergio Mattarella si è speso più volte nelle sue dichiarazioni pubbliche per due popoli e due Stati, come unica soluzione per la pace in Medio Oriente. Ma soprattutto non ha ascoltato nessuna delle occasioni pubbliche nelle quali dopo lil 7 ottobre la senatrice a vita nominata dal presidente della Repubblica nel 2018 si è detta disperata per i bambini vittime della guerra. E proprio il 27 gennaio, prima dunque che Basile pubblicasse il suo video, davanti all’aula magna gremita dell’Università Statale di Milano, accanto a Enrico Mentana che la intervistava, segre ha parlato dei «bambini di tutti i colori, di tutte le religioni, di tutte le appartenenze. Quelli che mi trovano una nonna disperata, perché i bambini sono il frutto dell’amore, sono una meraviglia. Che questi bambini vengano uccisi per l’odio degli adulti che non si ferma mai, loro che sarebbero il futuro di popoli fratelli, è una cosa che mi ha dato una forma di disperazione serale: dal 7 ottobre non c’è notte che non mi tenga sveglia in parte a pensare a quello che succede».

La querela

Il figlio della senatrice a vita, Luciano Belli Paci, ha chiesto questa mattina a Basile di cancellare il contenuto video dai suoi social per le «accuse smaccatamente false e diffamatorie». «Mia madre — ha scritto Belli Paci — ripete da mesi in ogni occasione di essere angosciata per la sorte di tutti i bambini coinvolti dalla guerra, senza distinzione tra israeliani e palestinesi». Chiede che sui medesimi social e con lo stesso risalto venga pubblicato un altro video in cui Basile riconosce di avere formulato accuse completamente infondate e dichiara di volerle ritirare e di volersi scusare. Chiede anche che vengano porte scuse personali alla senatrice. Per certo la senatrice non si capacita. Era già in uno stato di profondo abbattimento. Ma non pensava di dover subire nuovi insulti non dai soliti leoni da tastiera, ma perfino da una persona cosiddetta di cultura.

di Elvira Serra