6 Ottobre 2018

Dipendente di un hotel posta su Facebook commenti antisemiti

Luogo:

Venezia

Fonte:

La Repubblica

Gli insulti antisemiti in hotel “Per loro riaprirei i campi”

La chat di una dipendente del Kempinski, cinque stelle sull’isola di San Clemente “C’è un motivo se li perseguitano da secoli”. E la direzione la sospende: “Frasi intollerabili”

«Fosse per me riaprirei i campi». «Se è dai tempi degli egizi che li perseguitano un motivo ci sarà». Le frasi choc sui clienti israeliani che accoglieva per il check-in sono costate la sospensione a una dipendente del San Clemente Palace Kempinski, albergo a cinque stelle tra i più lussuosi della laguna veneziana. «Comportamento non tollerato e che non rappresenta i nostri valori», è la posizione della direzione dell’albergo che prende le distanze dai commenti antisemiti. Una ferita nella città che ospita il più antico ghetto ebraico al mondo. Le frasi choc sono apparse in una conversazione sul gruppo Facebook “Quelli che… lavorano in hotel” con più di 50mila iscritti: dipendenti di alberghi di tutta Italia che si scambiano commenti sui clienti, consigli sulle strutture da visitare, suggerimenti per colloqui e posti di lavoro. «Dopo due Pasque ebraiche in buy out (300 persone in casa per 10 giorni) fosse per me riaprirei i campi». E ancora, pochi secondi dopo, rispondendo al commento di un altro membro del gruppo: «Il problema è che si sentono in credito verso l’umanità per i torti subiti… ma se è dai tempi degli egizi che li perseguitano un motivo ci sarà». Commenti postati dalla dipendente, impiegata alla reception, in riferimento alla prenotazione in esclusiva (il buy out, appunto) di tutto l’albergo da parte di un gruppo di ospiti israeliani per festeggiare, la scorsa primavera, la Pasqua ebraica. Una festa in uno degli alberghi più prestigiosi di Venezia, 190 tra camere e suite nell’isola di San Clemente, tra l’isola della Giudecca e il Lido. La struttura, da un paio d’anni, è gestita dal gruppo Kempinski, sede centrale a Ginevra: porta il nome del fondatore, un imprenditore proprio di religione ebraica che alla fine del 1800 aprì il primo albergo, in Germania. Le frasi della ragazza, condivise in un gruppo con più di 50mila iscritti, non potevano certo passare inosservate. Prima le reazioni degli altri iscritti, poi le telefonate di protesta, da parte di alcuni clienti, al centralino dell’albergo. Era inizio settembre. «Quando abbiamo ricevuto le prime proteste», spiegano dall’isola di San Clemente, «abbiamo subito verificato che cosa era accaduto e convocato la dipendente». Nel frattempo la ragazza è stata eliminata dal gruppo Facebook, le sue frasi cancellate. La direzione dell’hotel ha accertato che era stata proprio lei a scrivere quei commenti. Le scuse non sono bastate a evitarle la sanzione disciplinare, la sospensione per il periodo massimo previsto dal contratto nazionale di lavoro del turismo, dieci giorni. La direzione del Kempinski ha inoltre ha deciso di inviare a Ginevra un report su quanto accaduto. L’hotel spiega di aver preso seriamente le accuse di discriminazione. «Il comportamento tenuto dal dipendente non è assolutamente tollerato e non rappresenta assolutamente i valori e il codice di condotta di Kempinski e dell’Hotel», fa sapere, assicurando «il totale impegno affinché tali episodi non si ripetano». Non è la prima volta che un albergo finisce nei guai per comportamenti antisemiti dei dipendenti. Quest’estate ha fatto scalpore il caso di un albergo in provincia di Pavia, rimbalzato in Italia dai giornali israeliani. In risposta al commento, non lusinghiero, di una coppia di turisti israeliani, uno dei dipendenti aveva scritto loro via email: «Voi ebrei vi lamentate sempre, non lamentatevi se in Europa stanno tornando i nazisti e i fascisti. C’è un motivo… Voi». Anche in quel caso il dipendente era stato sospeso, e l’albergo si era scusato.

Photo Credits: La Repubblica