14 Luglio 2016

Sempre più diffusi tra i cittadini dei principali paesi europei sentimenti di ostilità verso le minoranze

Fonte:

L'Osservatore Romano

Secondo uno studio condotto dal Pew Research Center

Crescono in Europa i pregiudizi sui rifugiati

Washington, 13. È nell’Europa dell’est che i migranti fanno più paura e si alimenta, nell’immaginario comune, l’associazione tra rifugiati e terroristi. È quanto emerge da uno studio condotto in Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Svezia, Germania e Olanda dal Pew Research Center di Washington. In generale, in tutti questi dieci Paesi, che insieme rappresentano circa l’80 per cento dei cittadini dell’Unione europea, è diffuso il timore di probabili attentati terroristici (nel 59 per cento degli intervistati) e le preoccupazioni per i costi sociali e la perdita di posti di lavoro (nel 5o per cento). Ma queste due preoccupazioni sono appunto particolarmente diffuse in Ungheria e in Polonia, dove finora in realtà non si sono verificati attentati, mentre l’accoglienza dei richiedenti asilo è stata “scoraggiata” dalla parziale chiusura delle frontiere. Tra gli ungheresi 76 su cento temono i terroristi, mentre 82 su cento danni economici e sociali. Tra i polacchi, invece, 71 su cento hanno paura degli attentati e 75 su cento sono preoccupati di non trovare più lavoro. Migliore invece la situazione nei Paesi occidentali, con Germania e Olanda (61 su 100) e Italia (60 su cento) che temono in parte gli attacchi violenti. Paradossalmente, visti i fatti di cronaca, è ancora più bassa la percentuale in Francia (46 su cento) e Spagna (40 su cento). Mentre l’incubo della perdita di posti di lavoro tormenta in particolare i greci (72 per cento), gli italiani (65 per cento) e i francesi, 53 su cento. Meno timorosi di disoccupazione e welfare insufficiente sono invece i tedeschi (3i su cento) e gli svedesi. Dal rapporto del Pew si evince che gran parte degli europei non vedono di buon grado gli immigrati di fede musulmana. In Italia, Ungheria, Grecia e Polonia 6 cittadini su io sostengono di avere un giudizio negativo verso le persone di fede islamica. Tra gli intervistati si ha l’impressione che tra i musulmani vi sia la tendenza a restare una comunità distinta dal resto dei residenti anziché a integrarsi e ad apprendere usi e costumi del Paese ospitante. Inoltre, tra ungheresi, polacchi, greci, italiani e francesi, c’è la convinzione che il tradizionale stile di vita e l’identità nazionale rischiano un deterioramento, a differenza dei tedeschi e degli svedesi, che al contrario ritengono la presenza degli immigrati un valore aggiunto e un arricchimento. Ma i musulmani non sono la sola minoranza sulla quale in Europa esistono pregiudizi. In generale i rom godono di una fama più negativa (in media al 48 per cento, che arriva a 82 per cento in Italia e al 6o in Grecia, Ungheria e Francia). Meno comuni i pregiudizi nei confronti degli ebrei: in media solo il 16 per cento degli europei ne ha una opinione sfavorevole. Ma la percentuale risulta essere particolarmente alta in Italia (il 21 per cento esprime sentimenti di “antipatia”), seguita dalla Spagna (17 per cento), dalla Germania, (9), dal Regno Unito e dalla Francia (7). Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano (Cdec) ha precisato che in Italia, all’interno di questo 21 per cento, esiste uno “zoccolo duro tra il 7 e il 12 per cento di persone con atteggiamenti particolarmente ostili nei confronti degli ebrei.