10 Dicembre 2025

La professoressa Milena Santerini, già Coordinatrice per la lotta all’antisemitismo, commenta l’idea di una legge contro l’antisemitismo

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Milena Santerini

Antisemitismo, perché una nuova legge potrebbe non servire

C’è bisogno di una legge per arginare l’antisemitismo, in significativa crescita nel nostro Paese, come rileva il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea? Le letture sono diverse. La prima è dare la “colpa” alla guerra a Gaza se legittimamente cresce l’ostilità verso il mondo ebraico. In questo caso si darebbe spazio a quanto credono che gli “ebrei” (ovviamente categoria assolutamente inadeguata a dar conto dell’infinità complessità di chi si riconosce come “ebreo/a”) non solo siano un gruppo monolitico, ma anche portino le colpe-italiani, francesi o americani che siano-delle scelte sciagurate del Governo Netanyahu. Oppure, dobbiamo credere che l’antisemitismo non sia mai scomparso, ma rimasto nei sotterranei della storia, sia “eterno” e quindi aspetti solo una situazione conflittuale o traumatica (per esempio anche l’epidemia del Covid-19 o Gaza come alibi)per riemergere?. Come spesso accade, sarebbe saggio non semplificare, ma affrontare con profondità questo fenomeno che mina la vita democratica. Facciamo un po’ di storia. Nel gennaio 2020il Governo italiano, nelle sedute del Consiglio dei Ministri del 17 e 27 gennaio, decide di “accogliere” la Definizione di antisemitismo (WDA) approvata nel 2006 dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), un organismo di 35 paesi, tra cui l’Italia. La Definizione recita “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio verso gli ebrei”. In quell’occasione il Governo, facendo riferimento all’ intero documento, ha nominato un Coordinatore Nazionale per la lotta all’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio cui ha dato il compito di svolgere un “percorso di ricognizione” sul fenomeno. Il riferimento all’intero documento è importante. Il mandato al Coordinatore (fui io nominata) era di lavorare a un testo che si basasse anche sugli esempi che accompagnano la Definizione. Gli autori del documento, infatti, avevano esemplificato varie situazioni che descrivono l’antisemitismo storico, cioè quello di stampo nazi-fascista, quello con matrici religiose, il cospirazionismo etc. e aggiungevano sei esempi di ostilità verso Israele che potevano configurarsi come antisemitismo. Ovviamente non era nelle loro intenzioni stabilire che tout court ogni critica a Israele fosse automaticamente antisemitismo, ma prendevano atto di un trasferimento che spesso va dall’ostilità aggressiva (e a volte inconsapevole) che ha per oggetto l’ebreo deicida, manipolatore, diabolico, dominatore, uccisore di bambini, verso lo Stato di Israele. Molte delle manifestazioni di appoggio alla sacrosante causa palestinese oggi possono essere identificate in questo modo, cioè una riemersione di un odio antico che trova legittimità nelle accuse alle oggettive violazioni dei diritti umani del Governo israeliano. Come Coordinatrice, ho quindi trasformato la richiesta in una Strategia Nazionale di lotta all’antisemitismo. Per la prima volta l’Italia si dotava di linee di azione coordinate per affrontare questo fenomeno multiforme. Approvata nel 2021 dal Governo Draghi, faceva riferimento a tutte le manifestazioni dell’antisemitismo comprese nella WDA per proporre una serie di raccomandazioni a Governo, Ministeri, mondo della cultura, dello sport, delle chiese. Il Coordinatore attuale sta lavorando con un Gruppo tecnico a un aggiornamento di queste azioni. Una legge nuova, quindi, probabilmente è inutile, o avrebbe senso solo nella misura in cui appoggiasse e sostenesse – senza bypassarlo – il lavoro già in corso sulla Strategia Nazionale, e le azioni possibili concrete proposte, che vanno dal miglioramento della raccolta dati, al contrasto all’odio online, alla sicurezza dei luoghi ebraici. Una legge che invece prevedesse solo l’adozione automatica della Definizione comporterebbe seri problemi, dato che, per gli stessi autori, la WDA non è “giuridicamente vincolante” e certo non si può trasformare, come scrivono i firmatari dell’appello contrari alla legge, in uno strumento liberticida per colpire le opinioni contrarie al Governo israeliano. Lo spazio per discutere disposizioni che rafforzano la Strategia nazionale invece si può trovare, anche per impedire che si impongano altre proposte, miranti ad affrontare i fenomeni di odio solo in modo punitivo attraverso norme penali. Nulla impedisce che il testo finale contenga le proposte concrete di rafforzamento della Strategia, con riferimento anche ad altre Definizioni, come quella di Gerusalemme. In un momento in cui circolano tranquillamente aggressioni, insulti, odio, illazioni sulle “lobby ebraiche” sarebbe utile non dividersi su come affrontare questo fenomeno.