3 Giugno 2025

Eurispes, sondaggio sull’antisemitismo in Italia

Antisemitismo in Italia

L’Eurispes monitora dal 2004 l’evoluzione dell’atteggiamento dei cittadini italiani su antisemitismo, pregiudizi sul popolo ebraico e conflitto israelo-palestinese. Nell’aprile del 2025, l’Istituto ha sottoscritto, inoltre, un Protocollo d’intesa con il Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con l’obiettivo di esplorare il livello di conoscenza e le opinioni relative alla comunità ebraica e agli episodi di antisemitismo, anche tenendo conto del precipitare della situazione a Gaza, a partire dall’ottobre del 2023, l’Eurispes, nel 2025, ha rivolto ad un campione rappresentativo di italiani una serie di quesiti.

Solo 4 italiani su 10 hanno un’idea precisa circa le reali dimensioni della presenza di cittadini ebrei nel nostro Paese

Per quanto riguarda il numero degli ebrei residenti nel nostro Paese, il campione intervistato si divide su diverse stime: la risposta più consistente è quella relativa a circa 30.000 ebrei che vivono in Italia, scelta dal 41,8%; seguita da circa 500.000, scelta dal 23,2%; per il 18,4% sarebbero, invece, meno di 5.000, mentre per il 16,5% ben 2 milioni circa. Solo 4 italiani su 10 hanno, dunque, un’idea abbastanza precisa circa le reali dimensioni della presenza di cittadini ebrei nel nostro Paese – circa 30.000. È interessante notare come non siano pochi gli italiani che forniscono una stima della comunità ebraica italiana considerevolmente lontana dalla realtà, indice di come questa comunità sia di fatto poco conosciuta. In alcuni casi, inoltre, sovrastimare, anche in misura consistente, una popolazione, costituisce la spia di un atteggiamento di diffidenza, timore, ostilità.

Per il 58,2% degli italiani gli ebrei sono una comunità chiusa

Il 37,9% degli italiani intervistati è d’accordo con l’idea che “gli ebrei pensano solo ad accumulare denaro”, mentre la maggioranza (62,1%) si dice in disaccordo. E ancora, per la maggioranza (58,2%) gli ebrei sono una comunità chiusa. Un’altra idea diffusa è quella secondo la quale gli ebrei sono mediamente colti e istruiti: la maggioranza condivide, infatti, questa affermazione (61,7%). Gli anziani ritengono in frequenza superiore alla media che gli ebrei pensano solo ad accumulare denaro (43,7%) e che sono una comunità chiusa (63,7%). Tra i più giovani risulta, invece, inferiore alla media la quota di chi considera gli ebrei mediamente colti e istruiti (54,1%). Sempre i giovani di 18-24 anni sono gli unici ad affermare con più forza che gli ebrei in Palestina si sono appropriati di territori altrui (50,8%), mentre nelle altre fasce d’età la quota risulta minoritaria.

Resiste un’area di pregiudizio verso il popolo ebraico, nella quale può incubare il virus dell’antisemitismo nel nostro Paese

Rispetto all’affermazione secondo la quale gli ebrei in Palestina si sono appropriati di territori altrui, gli italiani tendono a dividersi: prevalgono coloro che si dicono in disaccordo (55,8%) rispetto a chi concorda (44,2%). Sottoponendo poi ai cittadini l’idea che le scelte del Governo israeliano non devono influenzare l’atteggiamento nei confronti degli ebrei, emerge un accordo nella maggioranza (64,6%), ma anche una quota non trascurabile di disaccordo (35,4%). L’insieme delle risposte ottenute evidenzia la resistenza di un’area di pregiudizio verso il popolo ebraico, nella quale può incubare anche il virus dell’antisemitismo nel nostro Paese. Per quanto concerne le questioni politiche, gli ebrei in Palestina si sono appropriati di territori altrui per la metà dei soggetti di centro-sinistra e per poco meno della metà dei soggetti degli altri schieramenti, con l’eccezione di destra (35,4%) e centro-destra (38,4%), che sposano questa affermazione con minor frequenza.

Sei italiani su dieci rispondono correttamente: le vittime della Shoah durante il Nazifascismo sono state 6 milioni

Sei italiani su dieci (60,4%) rispondono correttamente: le vittime della Shoah durante il Nazifascismo sono state 6 milioni. Un quarto del campione (25,5%) ritiene che le vittime siano state 2 milioni, mentre altri interpellati rispondono ottocentomila (7,4%), quarantamila (4,9%), o addirittura circa mille (1,8%). Quattro intervistati su dieci hanno dunque un’idea dell’entità dello sterminio, operato a danno degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, molto distante dalla realtà. La quota di italiani che conoscono il numero corretto degli ebrei vittime del Nazifascismo non varia in misura rilevante in relazione alla fascia di età; i valori più alti si registrano tra i 25- 34enni (65,3%), forse anche perché, per età, conservano più vivo il ricordo di quanto studiato della storia durante il percorso scolastico.

Gli episodi di antisemitismo in Italia per il 54% degli intervistati sono episodi isolati

Gli episodi di antisemitismo, non soltanto in Italia, ma anche in altre nazioni europee e negli Stati Uniti, non sono purtroppo infrequenti e tendono puntualmente ad aumentare in concomitanza con eventi tragici legati all’intensificarsi del conflitto israelo- palestinese. Ai cittadini italiani è stato chiesto di esprimersi in merito ai concreti episodi di antisemitismo avvenuti di recente, anche nel nostro Paese. L’opinione più diffusa è che si tratti di episodi isolati, che non siano indice di un reale problema di antisemitismo in Italia (54%); un non trascurabile 46% è però di avviso opposto. È condivisa (53,6%) l’idea che questi episodi siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Per il 38,9% dei cittadini interpellati gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno nel nostro Paese. Solo per pochi si tratterebbe di bravate messe in atto per provocazione o per scherzo (27,6%).

Per il 38,9% degli italiani gli atti di antisemitismo sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno nel nostro Paese

Nell’indagine svolta nel 2020 risultava più elevata la percentuale di coloro che consideravano i recenti episodi di antisemitismo “solo” episodi isolati (61,7%) e bravate messe in atto per provocazione o per scherzo (37,2%, dieci punti percentuali in più rispetto al 2025), ma anche conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo (60,6%). D’altra parte, era più elevata, rispetto ad oggi, la percentuale di chi ravvisa dietro queste azioni il rischio di una pericolosa recrudescenza di antisemitismo in Italia (47,5%).

Fonte dell’immagine: Chatgpt