Luogo:
Verona
Fonte:
Segnalazione CE
Un atto pubblico di dimostrazione che indica non solo dissenso, ma la volontà di degradare simbolicamente tutto ciò che la bandiera rappresenta.
Criticare il governo israeliano o le sue politiche (ad esempio in relazione a Gaza o alla questione palestinese) è legittimo e rientra nella libertà di espressione. Tuttavia, quando la critica si trasforma in odio verso Israele come entità esistenziale, o quando coinvolge simboli e persone ebraiche al di fuori del contesto israeliano, si entra nel campo dell’antisemitismo.
L’atto si colloca in una zona grigia che tende fortemente verso l’antisemitismo, soprattutto se è accompagnato da retoriche violente, simbolismi forti (sangue), e generalizzazioni sul popolo ebraico.
Va ricordato che il 25 aprile 2025, quando il corteo quando il corteo è passato davanti alla sinagoga per lasciare una corona di fiori alla targa che ricorda la partigiana ebrea Rita Rosani, i manifestanti con le bandiere palestinese si sono rifiutati di abbassarle passando davanti alla sinagoga di Verona, in pieno centro, causando uno scontro verbale e tensioni – i membri della comunità ebraica si sono ritrovati circondati da centinaia di manifestanti pro Palestina.
Il contesto dell’azione è un substrato politico‑culturale dove l’antisemitismo non è estraneo, come mostrano attacchi simbolici, vandalismi e presenza di gruppi radicali. Il 22 maggio 2025, i cartelli informativi del campo di concentramento di Montorio Veronese sono stati imbrattati con svastiche, croci di Davide e scritte pro‑Gaza, in un luogo simbolo della memoria dell’Olocausto. L’episodio è stato definito “abominevole” dal consigliere regionale Stefano Casali (1).
(1) “Verona, vandalizzati i cartelli del campo di Montorio: denuncia di atto antisemita. Svastiche e scritte pro-Gaza sul luogo della memoria”. Casali (FdI): “Abominio da condannare, massima solidarietà alla comunità ebraica”, di Alessandro Pignatelli, veronatomorrow.it.
