15 Gennaio 2023

Napoli, la magistratura chiude profili telematici neonazisti ed antisemiti

Luogo:

Napoli

Fonte:

Il Mattino

Shoah e pandemia negate «Siti dell’odio sequestrati»

Ordine di Hagal, svolta dopo gli arresti scoperti 658 iscritti: rischiano il processo svelate le piattaforme della propaganda

Non sono bastati gli arresti o la semplice prospettiva di un processo che rischia di culminare in condanne per diversi anni di galera. Non è stato sufficiente il blitz dello scorso novembre a carico dei neonazisti a bloccare la divulgazione di metodi e idee eversivi: già perché la proliferazione del suprematismo nazista e negazionista è andata comunque avanti. E si è alimentata di un vortice di rabbia e odio su cui è tornata ad intervenire nuovamente la magistratura. È di questi giorni infatti il sequestro di decine di account e profili telematici, utilizzati a creare affiliazioni su più livelli. Ed è così che è scattato il sequestro dei siti frequentati dai cosiddetti registi dell’ordine di Hagal.

LA SORPRESA

Spunta subito una novità, a leggere le pagine del sequestro firmato dal gip di Napoli: sono 658 gli iscritti a uno dei canali riconducibili ai vertici dell’ordine di Hagal. Soggetti che avrebbero contribuito a veicolare contenuti eversivi, su cui è logico pensare che ci siano verifiche a stretto giro. Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro (oggi alla Procura nazionale antimafia) e Claudio Onorati (sotto il coordinamento dell’aggiunto Vincenzo Piscitelli), c’è una svolta investigativa: sono state scoperte le chat dell’odio.  Sono una dozzina i siti sequestrati, riconducibili ai presunti registi dell’Ordine di Hagal: cinque sono riconducili a Maurizio Ammendola; quattro riconducibili a Maurizio Rinaldi; due a Gianpiero Testa e uno a Fabio Colorassi. Verifiche su altri account. È una ragnatela. Si parte dal canale Protocollo4, per risalire a una serie di siti che hanno fatto da piattaforma all’odio di tantissimi soggetti che ora rischiano grosso. Non sono più anonimi, i loro deliri ora sono al vaglio dei pm. Scrive il gip: «Nel caso dei suddetti canali youtube e i suddetti profili attivati sulle note piattaforme, è evidente che sono stati creati appositamente allo scopo di effettuare attività di proselitismo e propaganda di natura neonazista, suprematista e antisemita». E ancora: «Si ravvede il pericolo per la permanenza in rete di tali contenuti, perché l’accessibilità agli stessi da parte dei follower può favorire la reiterazione dei reati e l’aggravamento degli stessi, attraverso la condivisione dei contenuti e la disseminazione in rete dei materiali scambiati tra gli utenti della rete». In sintesi, gli «adepti», anche quelli che erano sfuggiti alle identificazioni della prima ora, «potrebbero decidere di proseguire attività degli indagati». Ma in cosa consistevano le conversazioni trovate dagli inquirenti? Verifiche in corso da parte della Digos del primo dirigente Antonio Bocelli, c’è un profluvio di tesi negazioniste in materia di Olocausto, ma anche sui più recenti fronti del Covid 19, sempre all’insegna del tentativo di dare una spallata ad un presunto «ordine mondiale governato da poteri economici di stampo sionista».

LE CHAT

Spazzatura ideologica che – una volta in rete – rischia di alimentare affiliazioni e propaganda. Vale solo la pena ricordare, che i soggetti arrestati lo scorso novembre avevano la possibilità di occuparsi di armi. E che ipotizzavano assalti ai carabinieri (in particolare contro la caserma di Marigliano) oltre a un attentato contro uno dei più importanti centri commerciali in Campania. Ma ecco alcuni passaggi delle chat intercettate: «È una guerra, miei fratelli e mie sorelle. Ed è giunta l’ora di far vedere loro che la tempra del popolo napoletano e italiano è fatta di migliaia di fili d’acciaio che intrecciati, intrepidi, poi… diventano indistruttibili! E non ci arrenderemo fino alla fine, che se ci piegheremmo, sarà soltanto in un movimento compatto e unanime atto a prendere la rincorsa per colpire il sistema con una sferzata ancora più potente. Libertà o morte!». di Leandro Del Gaudio

Photo Credits: Il Mattino