31 Agosto 2021

Milano: odio contro lo Stato di Israele e discriminazione

Israele accusato di compiere uno “sterminio” e un “genocidio” su Radio Statale; sospesi i giornalisti che non erano d’accordo

Sospesi a tempo indeterminato. Praticamente cacciati, come giornalisti, da Radio Statale, l’emittente liberamente autogestita da un gruppo di studenti che trasmette negli spazi e con le attrezzature fornite dall’Università Statale di Milano. Motivo? Aver protestato e denunciato con fermezza l’uso di termini come “genocidio” e “sterminio” in merito allo scontro tra lo stato d’Israele e Gaza durante una trasmissione che commentava la recente Guerra dei razzi.

Frasi antisraeliane pronunciate durante una diretta sul canale Twitch di Radio Statale, proprio mentre lo Stato ebraico veniva sepolto da una pioggia di missili lanciati sulla popolazione civile e tuttavia tacciato di stato genocidario da un’emittente radio nel momento stesso in cui moriva gente inerme sotto attacco aereo. Giornalisti sospesi per aver chiesto equidistanza e obiettività rispetto a informazioni infarcite di pregiudizi e luoghi comuni. Questo è ciò che è accaduto ai conduttori del programma di news Eurovisione per aver condannato in un podcast alcuni commenti contro Israele andati in onda lo scorso 15 maggio (in fondo all’articolo i video e le registrazioni).

Una cronaca bellica, faziosa e partigiana, ai limiti dell’istigazione all’odio. Citiamo le parole: «Non siamo indifferenti qui a Radio Statale, vi vogliamo raccontare quello che sta succedendo […] il conflitto è a poche migliaia di chilometri da qui ed è un conflitto che non ha a che fare con attacchi mirati, non con bersagli strategici, ma è un conflitto che parla dello sterminio di una popolazione (quella palestinese, ndr) che ormai si trova senza forze e senza speranze, nel silenzio della comunità internazionale», hanno affermato i conduttori che stavano conducendo su Twitch uno speciale sull’escalation militare tra Israele, Hamas e la Jihad palestinese nella striscia di Gaza.

Inoltre, durante la trasmissione in streaming si è accusato lo Stato ebraico di compiere un genocidio nei confronti dei palestinesi. Ecco le testuali espressioni: «Il racconto di una guerra che guerra non so se si può chiamare perché ormai sta diventando quasi più un genocidio. Anche se è una parola fortissima va detta anche perché il linguaggio plasma la nostra realtà», ha commentato il conduttore.

Ma non finisce qui: durante il segmento dedicato all’escalation mediorientale e alla cronaca delle manifestazioni filopalestinesi in piazza Duomo a Milano e a Londra, durato quasi un’ora, ci sono stati altri attacchi allo Stato d’Israele. Testuale: «Ce lo chiediamo tutti, ce lo chiediamo sempre tutti, come un popolo che abbia subito quello che ha subito, possa poi comportarsi così. Ce lo chiediamo tutti. Un popolo che ha subito la guerra, la guerra incredibile come la Seconda guerra mondiale possa poi comportarsi così», ha dichiarato lo speaker, riferendosi alla maggioranza ebraica di Israele.

Com’è noto, le parole sono pietre. E certe affermazioni, per il modo stesso in cui vengono veicolate, possono contribuire a rinfocolare l’antico pregiudizio antiebraico. Non a caso, proprio per questo motivo, numerose espressioni verbali sono oggi oggetto di particolare attenzione da parte dell’IRHA (International Holocaust Remembrance Alliance) che ha elaborato una definizione di antisemitismo che è stata anche recepita e votata dal Parlamento europeo di Bruxelles.

E a questo punto andrebbe doverosamente precisata una cosa. La Radio è completamente libera, autogestita nel palinsesto e nei programmi, e l’Ateneo non ha nessuna responsabilità circa le scelte, i toni e i contenuti editoriali di Radio Statale, visto che si limita soltanto a fornire spazi, attrezzature (vedi all’articolo 16 del regolamento di Radio Statale) e finanziamenti, in una forma di sostegno materiale simile a quello fornito a una miriade di altre associazioni studentesche. (La qual cosa, forse, dovrebbe comunque invitare a una maggiore vigilanza).

Le frasi citate più sopra avrebbero potuto trovar posto nei media di un’organizzazione terroristica come Hamas, dalla Striscia di Gaza, o postate da qualche estremista sui social network ma nessuno si sarebbe aspettato di sentire in una trasmissione online di Radio Statale intitolata Late Night Radio Statale.

Tornando alla cronaca, la messa in onda di questi commenti non è passata inosservata tra i vari redattori di Radio Statale. Infatti gli speaker di un altro programma, Eurovisione, i giornalisti Paolo Castellano e Fabio Simonelli, hanno segnalato i contenuti offensivi e richiesto la rimozione del contenuto dal Web in quanto avrebbe potuto incitare all’odio contro Israele e condurre a quello contro gli ebrei – soprattutto a causa della crescita esponenziale delle aggressioni antisemite in Europa e negli Stati Uniti durante l’escalation tra Hamas, la Jihad palestinese e lo Stato ebraico.

«Poco dopo la messa in onda di queste inaccettabili falsità e diffamazioni nei confronti dello Stato d’Israele (e che potrebbero condurre all’antisemitismo), ho contattato telefonicamente il direttore Marco Cangelli di Radio Statale mentre la puntata era ancora in diretta. Gli ho fatto notare la gravità delle affermazioni e lui si è scusato personalmente con il sottoscritto. Tuttavia, gli ho fatto presente che l’incidente non riguardava soltanto la mia persona ma che il solo fatto di veicolare messaggi falsi e propagandistici che diffamavano Israele avrebbero potuto mettere in pericolo soprattutto gli studenti israeliani iscritti all’Università Statale di Milano nonché i numerosi studenti italiani di fede ebraica, visto il clima d’intolleranza in alcuni atenei europei nei confronti di ricercatori e studenti di queste origini. Cangelli, insieme ad altri membri del Consiglio Direttivo, era presente nella chat del programma quando le parole “sterminio” e “genocidio” sono state pronunciate», ha dichiarato Paolo Castellano, giornalista della Comunità ebraica di Milano e fino a ieri responsabile del programma Eurovisione e collaboratore di Radio Statale

Nonostante le richieste di Castellano, il video non è stato prontamente eliminato. Nei successivi quattro giorni le immagini erano ancora disponibili a tutti gli utenti di Twitch. Per queste ragioni i redattori di Eurovisione hanno così pubblicato un podcast speciale di denuncia per chiedere nuovamente la rimozione del contenuto audiovisivo.

Il 20 maggio è poi avvenuto un colloquio telefonico tra il responsabile dei programmi di Radio Statale e il responsabile del programma Eurovisione. «È stata una chiamata difficile da gestire. Siamo stati accusati di aver “infamato la radio”. E sono stato intimidito verbalmente con urla incivili. Tuttavia, ho ribadito e difeso quanto detto nel podcast a proposito della pericolosità delle parole utilizzate su Twitch contro Israele», ha aggiunto Castellano.

Il 27 maggio è stato organizzato un altro incontro virtuale tra il direttore di Radio Statale e i quattro speaker coinvolti. Durante il colloquio a distanza, il direttore Cangelli ha proposto la cancellazione del video Twitch in cambio dell’eliminazione del podcast di denuncia pubblicato da Eurovisione per evitare problemi con l’Università Statale di Milano.

Dunque, dopo 12 giorni il video in cui si accusava Israele di compiere un genocidio e uno sterminio del popolo palestinese è stato finalmente rimosso e la faccenda sembrava chiusa. Invece no. Il 23 luglio il Consiglio Direttivo dell’associazione di Radio Statale ha deciso all’unanimità di sospendere a tempo indeterminato la trasmissione condotta da Paolo Castellano, Eurovisione, senza possibilità di appello e senza nessun preavviso. Uno dei motivi decisivi per la chiusura dei rapporti è stato proprio la questione sulle frasi anti-israeliane. (Sotto, il testo delle motivazioni del Consiglio Direttivo di Radio Statale, inviate il 7 agosto agli speaker di Eurovisione).

«Pensavamo di aver chiarito la situazione ma a quanto pare il Consiglio Direttivo, composto anche dai due speaker di Twitch  di The Late Show Radio Statale coinvolti nella vicenda, ha elaborato una decisione ingiusta e punitiva nei confronti di Eurovisione. Siamo stati puniti per aver esercitato un diritto di critica, replicando in pubblico a delle affermazioni andate in onda su un canale di Radio Statale», ha dichiarato Castellano.

«Una triste vicenda, questa, dovuta a leggerezza e tragica superficialità – dichiara il Presidente della Comunità Ebraica di Milano, Milo Hasbani -. Una vicenda ancora una volta intrisa di falsità e pregiudizi. Una visione dei fatti non veritiera e fortemente pericolosa per i risvolti che simili affermazioni possono generare. Vorrei sottolineare che noi non interveniamo solo in questo caso specifico, ma l’avremmo fatto per tutti quelli che la pensano in modo divergente, a salvaguardia dell’equidistanza dell’informazione. Non si usano parole come “sterminio” alla leggera. Ci auguriamo che l’Ateneo prenda provvedimenti e che vigili con maggiore attenzione».

Castellano ha poi respinto le altre accuse mosse contro Eurovisione: «Tale condotta ci amareggia poiché il nostro programma ha sempre partecipato alle proposte e alle riunioni della Radio, collaborando con tutti i membri e prendendo parte a diverse iniziative. Dunque respingiamo persino le false accuse di aver veicolato messaggi politici, attraverso i social e podcast. Eurovisione, per due anni, si è basato su un format di infotainment onde catturare l’attenzione degli ascoltatori più giovani, innestando parti satiriche all’interno di blocchi informativi che hanno totalizzato 1,6mila riproduzioni totali. Questo approccio è anche stato apprezzato da professionisti del mondo della comunicazione».

«Negarci la possibilità di trasmettere per un’altra stagione dopo i sacrifici fatti durante il lockdown è un atto irriconoscente e livoroso, e testimonia intolleranza e incapacità di gestire il contraddittorio e la diversità di opinioni, laddove dovrebbero prevalere il rispetto per la libertà di pensiero, il dibattito delle idee, la dialettica del confronto democratico. Vogliamo rendere pubblica tale vicenda informando gli organi competenti».

Lettera di motivazione della sospensione di Eurovisione

«ll Consiglio Direttivo dell’Associazione “Radio Statale” comunica che, riunitosi il 23 luglio scorso in via telematica sulla piattaforma Discord, ha deciso di sospendere a tempo indeterminato il programma “Eurovisione”», si legge nel documento.

«L’incontro, programmato per valutare l’andamento della stagione appena conclusa e l’eventuale riconferma dei programmi inseriti in esso, ha visto il Consiglio Direttivo votare all’unanimità tale decisione per una serie di motivazioni esposte dal consigliere Tommaso Morelli, delegato alla gestione dei programmi, in seguito a una serie di difficoltà gestionali incontrate nel corso della suddetta stagione».

«A spiccare sono stati in particolare tre casi, i primi due dei quali riguardano la gestione dei canali social del programma e il contenuto di un singolo episodio che, trattandosi di attacchi frontali a personaggi del mondo politico, avrebbero potuto minare l’apartiticità del progetto “Radio Statale” prevista dallo statuto dell’Associazione».

«Nel terzo caso si è trovati di fronte ad affrontare un caso spiacevole frutto di alcune parole utilizzate durante una live Twitch da un membro dell’Associazione “Radio Statale” e che hanno visto una replica da parte del programma direttamente via podcast nonostante le scuse ricevute dal presidente e l’impegno da parte di quest’ultimo di potersi confrontare con la persona interessata. Questa situazione ha costretto il Consiglio Direttivo a indire più volte una riunione d’emergenza con le parti coinvolte trovando una certa difficoltà nell’incontrarsi complice motivazioni differenti», queste le spiegazioni del Consiglio Direttivo di Radio Statale.