16 Giugno 2018

Ennesima iniziativa contro l’ebraismo italiano presso il campus Einaudi dell’università di Torino

Luogo:

Torino

Fonte:

Segnalazione

« l’Unione delle Comunità Ebraiche asservita in modo vergognoso al sionismo, e le singole comunità  come consolati dello stato razzista e coloniale di Israele »

Il comitato di studenti antisionisti che hanno come base il campus Einaudi dell’università di Torino promuove l’ennesima iniziativa di stampo antisemita, ovvero un seminario di “auto-formazione” su ebraismo ed Israele. Qui di seguito il documento di presentazione:

«Lo scopo del seminario è di tratteggiare per sommi capi la storia dell’ebraismo italiano dall’Unità d’Italia in poi, con particolare riferimento al periodo fascista. Contrariamente a quanto i più pensano, nel ventennio 1918 – 38 le istituzioni ebraiche italiane, sioniste e non, per lo più appoggiarono il regime di Mussolini, a volte entusiasticamente. Gli ebrei dissidenti nei confronti del regime furono una minoranza, e a quanto pare operarono al di fuori dei gruppi dirigenti delle comunità. Solo nel 1938, dopo la svolta mussoliniana verso la Germania e la pubblicazione delle Leggi Razziali, le cose iniziarono a cambiare. L’analisi dei rapporti tra i dirigenti dell’ebraismo italiano e il fascismo apre la possibilità a una riflessione sull’ebraismo italiano oggi, che vede l’Unione delle Comunità Ebraiche (UCEI) asservita in modo vergognoso al sionismo, e le singole comunità per lo più comportarsi come consolati dello stato razzista e coloniale di Israele. Anche oggi le voci apprezzabili dell’ebraismo italiano sono al di fuori dei suoi organismi istituzionali. I patetici casi di Roma e Trieste, ove rappresentanti ebraici quest’anno si sono chiamati fuori dalle manifestazioni del 25 aprile a causa della presenza di sostenitori della Resistenza palestinese, sono stati ben commentati da Moni Ovadia: “le comunità ebraiche…se si comportano da ufficio stampa e propaganda del governo ultrareazionario e segregazionista oggi in carica nello stato di Israele, non hanno motivo di sfilare con l’antifascismo”*. Analogo commento si potrebbe fare per la comunità ebraica di Torino, che nega o giustifica le stragi e la pulizia etnica compiute dallo stato sionista, e si lamenta con l’Università di Torino per le iniziative di studenti e docenti che promuovono il boicottaggio verso Israele.L’antifascismo è anche antisionismo. Ciò vale a maggior ragione ora che in Israele attraverso la coalizione di Netanyahu domina la corrente di destra del sionismo, erede del movimento revisionista fondato nel 1923 dal “duce” Jabotinsky, al pari del nazifascismo incentrato sui concetti di razza, sangue e suolo. Perciò l’antisionismo deve diventare una discriminante per la cultura e il movimento antifascista, sia a livello popolare che a livello istituzionale.»