22 Maggio 2019

Chat di studenti dai 12 ai 15 anni diffonde immagini antisemite

Luogo:

Arezzo

Fonte:

https://corrierefiorentino.corriere.it

Immagini antisemite e filonaziste sulla chat degli studenti di un liceo

Arezzo, una madre racconta: «Foto raccapriccianti sul cellulare di mio figlio. A chi ha cercato di dissociarsi il gruppetto ha detto che non aveva senso dell’humor»

C’è un Cristo inchiodato ad una svastica, un ebreo in fiamme, Hitler esaltato per gli stermini perpetrati dal Nazismo, Anna Frank vilipesa. Meme razzisti, antisemiti e filonazisti. A crearli, un gruppo di ragazzi dai 12 ai 15 anni che poi li ha diffusi nelle chat studentesche di scuole medie e superiori di Arezzo. Due diversi gruppi whatsapp dove condividere le terrificanti immagini per ridere e scherzare, che nella chat definiscono «black humour».

E così nei telefonini degli studenti, fra i compiti di inglese e gli accordi per incontrarsi in centro il pomeriggio, sfilano sconcertanti foto realizzate con una particolare app: immagini associate a scritte da rendere virali sui social. Sarebbero censurate su internet, così vengono diffuse di nascosto, dove spesso i controlli non arrivano. In uno dei gruppi, ci sono giovani di 12 anni che rispondono divertiti. Hitler e Mussolini esaltati per le torture e i soprusi che inflissero ai più deboli, ingiurie a persone di colore, battute sessiste e freddure macabre nei confronti del popolo ebraico.

Conversazioni online che sarebbero rimaste segrete se non fossero capitate nelle mani di una madre. «Non tutti i figli parlano in famiglia. Il mio, fortunatamente, lo fa e un giorno mi ha mostrato cosa circolava in chat ormai da mesi». Secondo il racconto del genitore, tutto è cominciato verso gennaio quando nel gruppo whatsapp di una classe di prima liceo hanno iniziato a essere diffusi questi meme. Un macabro divertimento che poteva spegnersi nel giro di qualche settimana ma così non è stato. Anzi si è creato poi un altro gruppo, questa volta con ragazzi delle scuole medie, alunni di 12 anni. E, anche in questo caso, con condivisione di simili immagini di odio e satira.

«Mio figlio mi ha fatto vedere le reazioni dei partecipanti: sorrisi, altre battute, ulteriori post. Non voglio additare o condannare nessuno, sono giovani e non credo che siano cattivi ragazzi ma non esistono controlli e forse loro non si rendono conto della gravità della cosa». «A quelli che si sono dissociati da tali comportamenti — continua la donna che ha raccolto le parole del figlio — hanno rinfacciato di avere poco senso dell’umorismo. Difficile poi, per un ragazzo di quell’età far sentire la propria voce o uscire dal gruppo: il rischio sarebbe quello di attirare su di sé gli sbeffeggi della classe, di rimanere escluso per la troppa serietà. Non capiscono che si tratta di discriminazione razziale, sessista o religiosa e, questa, va sempre condannata».

La donna ha letto la chat e alcuni degli studenti della classe hanno cercato di dissociarsi, scrivendo il loro disgusto verso certe immagini e chiedendo che non vengano più fatte. «Ma gli autori dei meme — racconta ancora la mamma di uno dei ragazzi — si sono giustificati sbandierando il black humor che ha l’obiettivo di suscitare ilarità con argomenti tabù». La donna ha già parlato con i genitori di sua conoscenza per metterli in guardia di quello che succede sui telefoni dei propri figli ma il fenomeno potrebbe essere diffuso anche in altre classi.

Le immagini che girano sul gruppo whatsapp non sono state denunciate alla polizia postale. «La mia segnalazione — chiarisce la mamma —vorrebbe sensibilizzare le famiglie, invitare i genitori a controllare quel mondo chiuso e inaccessibile che si nasconde dentro i cellulari dei nostri figli. Spesso ci sono segreti che non devono essere ignorati. Poi, magari, dovremmo reagire nel modo opportuno di fronte a tali circostanze».

di Chiara Calcagno