4 Giugno 2019

Ancora cori nazisti urlati da tifosi ultrà del Verona calcio

Luogo:

Verona

Fonte:

www.repubblica.it

“Siamo una squadra a forma di svastica”, il coro degli ultrà neonazi dell’Hellas Verona per il ritorno in serie A

Già nel 2017, Luca Castellini tra i leader di Forza Nuova cantava: “Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, chi ha fatto da garante ha un nome: Adolf Hitler”.

Stessa squadra, stesso coro, stessa svastica. L’Hellas Verona torna in serie A e gli ultrà neonazi della curva sud festeggiano in piazza intonando il motto della tifoseria. Una delle più nere d’Italia. “Siamo una squadra fantastica… fatta a forma di svastica… che bello è… allena Rudolf Hess!”. Nelle immagini del video mostrato da Repubblica si vedono i tifosi che camminano in centro a Verona cantando e con torce in mano: è la sera di domenica scorsa e l’Hellas – con il 3-0 contro il Cittadella, rimonta dopo la sconfitta nella partita d’andata – ha centrato la promozione nella massima serie.

Una domenica di festa per Verona: perché, in concomitanza con il trionfo della più blasonata delle due squadre cittadine, è anche il giorno dell’arrivo nel capoluogo scaligero del Giro d’Italia. Ma a far impazzire la città è la vittoria dei gialloblu. La festa, dunque, con i tifosi che si riversano in centro, in particolare in piazza Bra, di fronte all’Arena. L’entusiasmo è alle stelle e gli ultrà si esibiscono in un copione già visto: il coro dove si inneggia alla svastica e a Rudolf Hess, il vice di Adolf Hitler. Simbologia e storia nazista associata dagli estremisti della tifoseria gialloblu all’Hellas, la “squadra a forma di svastica”.

Lo stesso coro era stato scandito dagli ultrà a luglio 2017 in occasione della festa della curva sud dello stadio Bentegodi, il covo del tifo dell’Hellas. All’epoca, il video, pubblicato sulla pagina Facebook No boreal, mostrava il singolare ringraziamento del neofascista Luca Castellini, capo ultrà e coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia, pluri inquisito e daspato, croce celtica al collo. “Chi ha permesso questa festa – scandisce Castellino dal palco  – chi ha pagato tutto, chi ha fatto da garante ha un nome: Adolf Hitler”.

Grida di giubilo, e subito partì il coro: “Siamo una squadra fantastica, fatta a forma di svastica…”. Due anni dopo, con l’Hellas che torna in serie A, ecco di nuovo il coro che inneggia al nazismo. Una tentazione irresistibile per gli eredi delle “Brigate gialloblu”, gruppo storico della curva sud (sciolto dopo inchieste della magistratura) dove tra saluti romani, svastiche e croci celtiche da oltre trent’anni gli ultrà fanno anche propaganda politica. Insieme alle curve di Lazio, Inter e Varese, la curva dell’Hellas è storicamente vicinissima all’ultradestra: Veneto Fronte Skinhead, Forza Nuova, CasaPound, Fortezza Europa. Sono i partiti e le formazioni che trovano una cassa di risonanza nell’ala più dura e turbolenta dello stadio Bentegodi. Sigle che a Verona sono da molti anni coccolate dalla politica e da alcune istituzioni locali.

L’Hellas Verona FC, che ha inviato una nota sui “cori di poche decine di persone”, precisa che “la società prende le distanze e si dissocia da tali comportamenti, i quali non si sono però verificati all’interno dello Stadio Bentegodi, bensì nel centro cittadino a margine dei festeggiamenti per la promozione in Serie A. Il Club vuole anzitutto evitare che il comportamento assolutamente ineccepibile di oltre 25.000 tifosi (compresi quelli ospiti) prima, durante e dopo la gara col Cittadella possa essere confuso e sminuito a causa di pochi”.

“Domenica scorsa – prosegue la nota – è stata una bellissima giornata di sport per la città di Verona che ha consentito di mostrare come lo sport sia occasione di unione per la gente e promuova valori importanti cui la nostra società tiene particolarmente. Ci piacerebbe venisse quindi evidenziato da parte dei media anche come durante la presente stagione il pubblico veronese sugli spalti abbia mantenuto un comportamento corretto evitando che si evidenzino soltanto episodi poco edificanti seppur giustamente da condannare, senza dare altrettanti meriti ad una tifoseria calorosa ed unica per passione ed attaccamento ai propri colori”.

di Paolo Berizzi