29 Novembre 2023

Ricercatore dell’Osservatorio antisemitismo CDEC, commenta la recente ondata di antisemitismo in Italia

“I riflessi dei massacri compiuti da Hamas il 7 ottobre, stanno causando la maggiore ondata di antisemitismo in Italia da 40 anni a questa parte”. A denunciarlo l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec di Milano nel suo ultimo report. Sulla base delle segnalazioni arrivate all’Osservatorio, in Italia in ottobre ci sono stati 73 episodi di odio antisemita, di cui la metà offline. “È il numero più alto mai registrato da noi nel corso di un solo mese”, sottolinea a Pagine Ebraiche, Stefano Gatti, ricercatore dell’Osservatorio. “Non siamo al livello della Francia, ma anche da noi la situazione inizia ad essere preoccupante”. Le istituzioni sono ferme nelle condanne, ma si respira un’atmosfera tossica. Un’atmosfera contro cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità ebraica di Roma hanno lanciato un appello pubblico per dire “no all’antisemitismo, no al terrorismo”, organizzando nella capitale per il 5 dicembre (Piazza del Popolo, ore 19.00) una maratona oratoria. Ucei e Comunità di Roma chiedono ai cittadini di partecipare per “esprimere apertamente una chiara condanna contro la macchia dell’antisemitismo in tutte le sue forme e denunciare assieme il terrorismo e la radicalizzazione”. Anche alla luce degli “episodi recenti avvenuti nelle nostre vie, scuole o negli atenei universitari italiani”. Episodi che rientrano nel report del Cdec: dall’imbrattamento delle pietre d’inciampo agli attacchi fisici contro singoli ebrei fino alle manifestazioni in cui si inneggia Hamas.
Per Gatti “al di là del numero degli atti antisemiti, è inquietante che si stia diffondendo un clima intimidatorio nei confronti degli ebrei e degli israeliani. Attraverso i mezzi di comunicazione, dalla televisione ai giornali, viene reiterata una forma di giustificazione delle violenze compiute dai terroristi palestinesi. Si condannano i massacri per poi aggiungere ‘ma’ e riproporre i soliti velenosi stereotipi”. Ad esempio, rileva il ricercatore, “l’uso di un’immagine cristologica applicata ai palestinesi descritti come vittime in opposizione a una Israele vendicativa”. O ancora “si condannano le stragi di Hamas, però si aggiunge che la ‘vera Shoah’ è quella della popolazione palestinese”. Distorsioni che imperversano sulla rete e “contribuiscono a creare un’immagine dell’ebreo come sempre colpevole; può vivere con noi, ma solo se prende le distanze da Israele. Sembra di sentire Agostino e l’idea dell’ostile tolleranza verso il mondo ebraico”. In generale conclude Gatti “le istituzioni condannano chiaramente l’antisemitismo, ma c’è un problema nell’opinione pubblica”.