12 Novembre 2013

Libri antisemiti e negazionisti in vendita su Amazon

Fonte:

Il Secolo XIX

Autore:

Sonia Oranges

Gli ebrei italiani: Amazon non venda i libri negazionisti

Al colosso web una lunga lista di titoli

ROMA. La lettera è datata 28 ottobre, quando il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna, ha preso carta e penna e ha scritto a Jeffrey Bezos (fondatore e ceo di Amazon.com, la più grande compagnia di commercio elettronico) e a Martin Angioni, amministratore delegato di Amazon Italia, chiedendo che la società di Seattle «interrompa quanto prima la vendita di libri che neghino l’esistenza della Shoah e/o che contengano materiale di incitamento all’odio e di disprezzo degli ebrei e/o che contengano elementi di propaganda o stereotipi antisemiti». Poche ma chiarissime righe, sostenute dall’enorme numero di segnalazioni arrivate alla commissione Antisemitismo e Memoria dell’Ucei, circa la vendita su internet di testi dal contenuto negazionista, che ha convinto il vertice della comunità ebraica, a passare alle vie di fatto. Prendendo il toro per le corna e, di fatto, chiedendo all’azienda leader dello shopping sul web, che è il principale canale di diffusione delle teorie più estreme di revisionismo storico, di prendere una posizione in merito. «Riteniamo che nessuno dovrebbe contribuire alla diffusione di materiale denigratorio e offensivo del popolo ebraico e/o che esalti e glorifichi l’ideologia del regime nazista o fascista, in spregio al rispetto di tutte le diversità e al principio di non-discriminazione sancito dall’articolo 14 della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo», ha scritto Gattegna, riferendosi alla norma sul divieto di discriminazione. E, per rendere concreto l’oggetto del contendere, il vertice ha concluso la missiva, segnalando «tra gli altri, e solo a titolo esemplificativo», una serie di volumi attualmente a disposizione di un enorme bacino di utenti, sul sito di Amazon. Titoli che fanno venire la pelle d’oca. A cominciare dal Mein Kampf, di Adolf Hitler, che evidentemente ha ancora un suo mercato. Oppure Gli usurai ebrei nell’Italia Medievale e Rinascimentale, di Gian Pio Mattogno, un cattolico fondamentalista e convinto sostenitore di tesi antisemite, sul sito di Amazon definito come “storico controcorrente” nella sinossi che sembra fatta apposta per attirare gli ultrà della destra: «Un volume che è una autentica rivelazione culturale: ristampati per la prima volta dagli anni ’30 alcuni studi storici sulla pratica della usura da parte della comunità ebraica in Italia, nel Medioevo e nel Rinascimento. la storia dello strozzinaggio del popolo italiano, descritta senza infingimenti e retoriche politically correct, regione per regione. Le lotte antigiudaiche dei frati francescani per salvare il popolo dagli usurai ebrei. La nascita dei Monti di Pietà». D’altra parte, il catalogo del leader dell’e-commerce, offre anche le opere del fratello di Mattogno, Carlo, considerato il principale esponente del negazionismo italiano. L’elenco comincia da Treblinka: campo di sterminio o campo di transito?, scritto insieme con Jurgen Graf (esponente dell’Institute for Historical Review, controversa associazione della destra americana, per molti la principale organizzazione negazionista che pubblica una sua rivista e organizza convegni in tutto il mondo), per illustrare quella che nella sinossi del libro è definita «la truffa di Treblinka», e finisce con Le bugie di Auschwitz: leggende, bugie e pregiudizi sull’Olocausto, realizzato con un altro campione del negazionismo, il tedesco Rudolf German, già condannato nel suo paese per incitamento all’odio e diffamazione. Sempre a fine ottobre, Gattegna aveva rivolto un appello a «coloro, come i bibliotecari e gli addetti alla vendita di libri e di giornali, che a contatto con la popolazione svolgono attività di diffusione e che inconsapevolmente si trovano spesso a essere strumento di chi pubblica appelli all’odio e all’ignoranza», e più in generale alle «piccole e grandi aziende che diffondono cultura e informazione», affinché aprano un confronto e collaborino con la comunità ebraica, in difesa della Memoria. A cominciare da Amazon. Che, per ora, non ha dato alcuna risposta alla sollecitazione dell’Ucei.