23 Dicembre 2022

La Germania chiede all’UE di monitorare Twitter

Giovedì (22 dicembre) la Germania ha lanciato un appello all’Unione Europea affinché prenda in considerazione la possibilità di regolamentare le decisioni “improvvise” e “arbitrarie” di Twitter dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk.

Il segretario di Stato del ministero dell’Economia, Sven Giegold, del partito dei Verdi, ha scritto alla Commissione europea esprimendo la sua “grande preoccupazione” per la politica a zig-zag della travagliata piattaforma di social media.

Nella lettera, pubblicata anche su Twitter, Giegold ha affermato che la Commissione dovrebbe effettuare al più presto le verifiche necessarie per dichiarare Twitter un “gatekeeper” ai sensi della nuova legge sui mercati digitali dell’UE.

La designazione sottopone le aziende con una posizione di mercato dominante a un particolare controllo.

Ha inoltre chiesto che la legge complementare sui servizi digitali, che entrerà in vigore nel febbraio 2024, impedisca la “rimozione arbitraria” degli utenti.

La DSA è stata concepita per combattere i discorsi d’odio, la disinformazione e la pirateria online in Europa, in un momento in cui gran parte dei contenuti Internet visti dai cittadini dell’UE sono controllati da società con sede negli Stati Uniti.

Nella lettera inviata al vicepresidente esecutivo della Commissione Margrethe Vestager e al commissario per il Mercato interno Thierry Breton, Giegold ha espresso le sue preoccupazioni per “le regole della piattaforma di Twitter, i loro cambiamenti repentini e la loro applicazione arbitraria”.

“L’UE dovrebbe utilizzare tutte le possibilità a sua disposizione per proteggere la concorrenza e la libertà di parola sulle piattaforme digitali”, ha dichiarato.

Le otto settimane in cui Musk è ufficialmente proprietario di Twitter sono state caratterizzate dal caos, con licenziamenti di massa, il ritorno di account prima sospesi e la sospensione di giornalisti critici nei confronti del miliardario sudafricano.

L’acquisizione da parte di Musk ha visto anche un’impennata di tweet razzisti o carichi di odio, attirando l’attenzione delle autorità di regolamentazione e allontanando i grandi inserzionisti, principale fonte di guadagno di Twitter.

Giegold ha dichiarato che bloccare gli account dei giornalisti e limitare i collegamenti con i rivali “minaccia non solo la libera concorrenza, ma rappresenta anche un rischio per la democrazia e la libertà di parola, di informazione e di stampa”.