20 Gennaio 2016

Iniziativa di Facebook in Germania per sostenere, con un miliardo di euro, organizzazioni non governative che combattono l’estremismo online e sui social network

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Danilo Taino

Parte in Germania la sfida di Facebook contro l’odio online

Sembra che chiunque metta piede in Europa, di questi tempi, debba fare i conti con rifugiati, xenofobia, razzismo. Anche Facebook, naturalmente, che ha lanciato un’iniziativa per sostenere, con un miliardo di euro, organizzazioni non governative che combattono l’estremismo online e sui social network, in particolare i messaggi che predicano l’odio. La chief operating officer del gruppo, Sheryl Sandberg, ha annunciato a Berlino la collaborazione di Facebook con una serie di organizzazioni e con il ministero della Giustizia tedesco: si chiama Online Civil Courage Initiative (Occi), avrà base nella capitale tedesca ma sarà attiva in tutta Europa. Oltre alla società americana, i fondatori della Occi sono il Centro internazionale per lo studio della radicalizzazione e la violenza (Icsr presso il King’s College di Londra), il britannico Institute for strategic dialogue e la tedesca Amadeu Antonio Stiftung. Tutto nasce dalle critiche che da alcuni mesi in Germania vengono rivolte a Facebook, accusata di non prestare abbastanza attenzione ai messaggi razzisti, violenti e xenofobi che compaiono sulle sue pagine. E di non essere abbastanza rapida nel cancellarle, nonostante il suo codice etico lo preveda. Lo scorso novembre, la magistratura di Amburgo aveva aperto un’indagine contro quattro manager tedeschi di Facebook, sospettati di non avere agito con diligenza e velocità nel cancellare simboli nazisti e scritte di incitamento all’odio. In dicembre, il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas aveva poi annunciato un accordo con Facebook, Twitter e Google in base al quale questi giganti del web si impegnavano a rimuovere i contenuti illegali nel giro di 24 ore. L’iniziativa lanciata ora da Sheryl Sandberg vorrebbe andare oltre e sostenere tutte quelle iniziative e quegli studi che aiutano a eliminare dalla rete i post che incitano all’odio. La questione è molto sentita in Germania, in particolare dopo le violenze di capodanno alla stazione di Colonia che hanno provocato reazioni in alcuni casi brutali contro i rifugiati (in quanto tali, non i molestatori e i ladri di quella notte). Le autorità cercano di evitare che si stabilisca un circuito pericoloso di violenza. Per i social network si tratta di adattarsi alle diverse normative, in Europa spesso diverse da quelle americane: in Germania, per esempio, la negazione dell’Olocausto è un reato penale, negli Stati Uniti invece è parte della libertà di espressione.