22 Luglio 2021

Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec, commenta le dichiarazioni del presidente della Lazio calcio sul caso dello striscione fascista contro il calciatore Elseid Hysaj

Fonte:

Moked.it

Autore:

Adam Smulevich

“Striscione fascista, le parole della Lazio inquietanti e non sufficienti”

“Inquietanti” e “non sufficienti”. Nel suo intervento settimanale in uscita domani su questo notiziario Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec, esprime il proprio disappunto in merito alle parole di condanna prodotte dalla Lazio, e ribadite dal suo presidente Claudio Lotito a Pagine Ebraiche, sul caso dello striscione fascista contro il calciatore Elseid Hysaj.

“La ricerca evidente di un linguaggio politico ‘neutro’ in questo caso equivale a una mancanza di coraggio e a un’evidente resistenza a esprimere una chiara ed esplicita dissociazione”, sottolinea Luzzatto Voghera. Che poi aggiunge: “Se dei tifosi laziali noti, identificabili e organizzati dichiarano la loro fede sportiva associandola in maniera indelebile al fascismo, la società sportiva Lazio non può non condannare in maniera altrettanto netta, citando il concetto di ‘fascismo’ come alieno dalla passione sportiva per quella squadra”.

Non è una questione di correttezza politica e neppure di libertà di espressione, puntualizza il direttore del Cdec. Si tratta infatti “di valori costituzionali condivisi ed espressi a chiare lettere al punto III delle ‘disposizioni finali e transitorie’ della Costituzione”. L’Italia, ribadisce Luzzatto Voghera, “è un paese antifascista, il che significa che non sono ammesse espressioni di simpatie politiche (o sportive) in quella direzione”. Per questo, sostiene, non deve “passare sotto silenzio la modalità autoassolutoria di una società sportiva che organizza il tifo, guadagna cifre astronomiche dalla compravendita di diritti televisivi, di calciatori e di gadget di varia natura e lascia credere che tutto ciò possa essere considerato politicamente neutro”.