30 Giugno 2022

Cronaca del lunch talk “Anti-Semitism 2.0 the Italian Case”

 Antisemitismo in Italia, il pregiudizio corre sui social network

I social network si sono ormai consolidati come il vettore principale e più veloce per diffondere il veleno antisemita. Monitorarli rappresenta dunque un impegno centrale per avere un quadro di come si muova il pregiudizio tra le pieghe della società italiana. Da qui, l’importanza del report dell’Osservatorio antisemitismo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea che ogni anno fotografa l’evoluzione del fenomeno. Nel corso del 2021, ad esempio, sono stati registrati circa 5.500 post e discussioni online (compreso il monitoraggio attivo e la segnalazione all’Antenna antisemitismo) con contenuti antisemiti, come hanno raccontato i ricercatori dell’Osservatorio Stefano Gatti e Murilo Cambruzzi, presentando il report di quest’anno a un incontro dello European network for countering antisemitism through Education (Encate). Un’occasione per spiegare a un pubblico internazionale la situazione in Italia. I due ricercatori hanno in particolare evidenziato alcune delle principali tendenze e narrazioni antisemite che circolano su Internet in italiano, come l’utilizzo di immagini consolidate del pregiudizio applicate però a temi attuali. Un esempio, la presenza di stereotipi antisemiti all’interno della propaganda no vax. Gatti in particolare ha richiamato la sovrapposizione tra le deliranti teorie cospirazioniste secondo cui presunti poteri sovranazionali abbiano usato i vaccini per fare esperimenti sull’umanità e controllarla alle classiche quanto pericolose follie sul potere ebraico. Allo stesso tempo, ha spiegato il ricercatore, la pandemia ha fatto emergere un fenomeno di distorsione della Memoria della Shoah, con l’accostamento del green pass alla “stella gialla” e con deprecabili sfilate di persone indossanti abiti e simboli dei deportati nei campi nazisti, appropriandosi di quanto avvenuto nella storia per descrivere un proprio presunto male.