1 Settembre 2015

Chiuso dalla Polizia Postale sito web italiano che diffondeva false notizie di stampo razzista

Fonte:

Avvenire

Autore:

Ilaria Sesana

Diffondeva “bufale” razziste denunciato gestore del sito

II giovane pubblicava notizie false sugli immigrati per ottenere seguito sulla rete e guadagnare con le inserzioni pubblicitarie

«Nigeriano stupra madre e figlia». «Catania, l5enne bruciato vivo da immigrati». Sono i titoli di due “notizie” scritte e pubblicate su internet da un ventenne che nei giorni scorsi è stato denunciato dalla Polizia Postale di Catania per istigazione alla discriminazione razziale. Il sito, di cui non è stato diffuso il nome, è stato chiuso.

Il giovane, si legge nel comunicato della Polizia Postale, gestiva un portale in cui venivano inserite «notizie prive di fondamento riguardanti atti criminali compiuti da extracomunitari nei confronti di cittadini italiani». Notizie poi diffuse sui social network ottenendo condivisioni, “like”, commenti di apprezzamento. E portando soldi nelle tasche del giovane. Sarebbe il desiderio di guadagno il motivo che lo ha spinto ad aprire il sito e a inventarsi questo tipo di notizie. «I siti che superano le 100mila visualizzioni permettono di guadagnare bene grazie alla pubblicità», spiega Paolo Attivissimo, giornalista e cacciatore di bufale. Il trucco sta nel riuscire a conquistarsi notorietà e un pubblico di affezionati lettori. In questo caso, il giovane blogger attirava il traffico cavalcando l’onda del razzismo e della xenofobia

«Di solito i siti di bufale preferiscono concentrarsi su temi come le scie chimiche – sottolinea Attivissimo – qui, invece, si è preso un argomento estremamente delicato per buttare benzina sul fuoco».

Purtroppo siti che diffondono informazioni false, sono più cliccati di quanto si pensi. Ma sarebbe un errore sottovalutarli pensando che, in fondo, si tratti solo di bufale.

«Questo tipo di notizie alimenta pregiudizi già esistenti e una volta che i luoghi comuni trovano conferma è difficile sradicarli – spiega Attivissimo -. Inoltre capita che anche i media tradizionali non facciano adeguati controlli sulle fonti, contribuendo così a indebolire la propria credibilità». Difendersi dalle bufale, però, è possibile. Siti come “Bufale un tanto al chilo” o “Bufalopedia , aiutano a districarsi nel mare magnum dell’informazione inquinata.