10 Luglio 2018

Articolo di un quotidiano dedicato alle Leggi razziste del 1938 attinge ad una stereotipizzazione antiebraica

Fonte:

Bokertov

Autore:

Adam Smulevich

«Margherita Sarfatti di origini giudaiche»

Leggi razziste, il ricordo e gli aggettivi sbagliati. In prossimità dell’80esimo anniversario della pubblicazione del Manifesto della Razza, il quotidiano della CEI Avvenire parla in una pagina dedicata del contesto in cui maturarono i provvedimenti discriminatori. Sgradevole però l’utilizzo dell’aggettivo «giudaiche» per definire Margherita Sarfatti. “Il Duce era personalmente nemico degli ebrei?” si chiede il saggista Roberto Festorazzi. «La lunga e pacifica coabitazione, nei primi anni del regime, tra fascisti e comunità israelitica nazionale – prosegue – nonché la circostanza, tutt’altro che priva di significato anche politico, che il dittatore fu per anni succubo della sua amante e consigliera Margherita Sarfatti, di origini giudaiche, ha indotto taluni a ritenere che le leggi introdotte nel 1938 fossero più dettate da esigenze di realpolitik, che non ispirate a intimi convincimenti personali». In realtà, si legge ancora, «Mussolini condivideva gli stereotipi, largamente circolanti in tutte le società occidentali dell’epoca, sulla pericolosità degli ebrei, in quanto tali, e il suo animo era ricoperto da una fitta vernice di pregiudizio razziale, in senso lato».