23 Novembre 2021

Antisemitismo, il piano per le scuole

“Lotta all’antisemitismo, il nostro piano per le scuole”

Un nuovo strumento, ricco di spunti e concretezza, per aiutare gli insegnanti “ad affrontare i pregiudizi antichi e nuovi che indeboliscono la convivenza a scuola e nella società”. A questo dovranno servire le Linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola presentate nel pomeriggio con la presenza e partecipazione del ministro Patrizio Bianchi che fortemente ha voluto questo appuntamento.

“Sono grata al ministro per la sensibilità dimostrata: la sintonia su questi temi è grande” dichiara a Pagine Ebraiche Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Significativo che la nuova fase della strategia presentata negli scorsi mesi al governo parta dalla scuola: lo spazio dove più si pensa e costruisce futuro”.

Un tema approfondito anche negli interventi della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, del capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Stefano Versari, del direttore ODIHR Office for Democratic Institutions and Human Rights – OSCE Matteo Mecacci, del capo della delegazione italiana presso l’Ihra Luigi Maccotta, di Melissa Sonnino di CEJI – A Jewish Contribution to an Inclusive Europe e del direttore della Direzione per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico Antimo Ponticiello.

Le linee guida, elaborate con il contributo di un gruppo di esperti, si aprono con un riferimento alla definizione operativa dell’International Holocaust Remembrance Alliance e con una panoramica sulle diverse forme dell’antisemitismo contemporaneo. Dall’antigiudaismo tradizionale all’odio di matrice neonazista e neofascista, da quello negazionista della Shoah a quello di chi esprime sentimenti ostili verso l’esistenza dello Stato di Israele. Sotto la lente anche i pregiudizi in ambito economico-finanziario e l’odio contro gli ebrei “in quanto tali”. Premesse necessarie per andare a parlare di corretta educazione in classe (“pregiudizi consci e inconsci”, “teorie del complotto e mentalità cospiratoria”, “banalizzazione e distorsione della Shoah”). Specifiche indicazioni sono quindi fornite per “tematiche di studio” e “aspetti didattici”.

Auspicata la realizzazione di percorsi di studio che facciano conoscere cultura e storia ebraica nella loro interezza. In genere trascurato, si evidenzia infatti, è “l’apporto sociale e culturale dato nel tempo dagli ebrei in Europa, le loro condizioni di vita, la presenza e gli intrecci di popolazioni nelle varie regioni d’Italia”.Preoccupazione è invece espressa per la diffusione anche tra i giovani “del linguaggio o delle immagini associati alla Shoah per derisione o ‘black humour’, l’associazione tra le vittime e i perdenti (nello sport e nella vita), il paragone tra il trattamento usato dai nazisti verso gli ebrei ad eventi infinitamente diversi di oggi”.

Perno delle linee guida è un chiaro messaggio: la lotta all’antisemitismo riguarda l’insieme della collettività, nessuno escluso. E quindi sottrarsi dall’azione non è possibile. “Per le sue specificità storiche, politiche, religiose e culturali rispetto ad altre forme di discriminazione, e per quell’unicum che è la Shoah, rappresenta una sfida imprescindibile nell’interesse generale”, sottolinea la professoressa Santerini nel suo testo introduttivo. Una sfida da affrontare rendendo protagonisti “tutti i membri della comunità scolastica: alunni e studenti/studentesse, insegnanti, famiglie, personale, dirigenti”.

Concorda il ministro Bianchi: “C’è una forte esigenza di raccogliere la sfida della Memoria e della conoscenza della Shoah”. In questo senso, aggiunge, le linee guida si candidano ad essere “un passo importante per un impegno comune, un nuovo strumento per la didattica rivolto soprattutto al mondo degli insegnanti e degli studenti”. Un’iniziativa che nasce e si sviluppa con l’obiettivo di “sensibilizzare le coscienze dei giovani, perché sul tema dell’antisemitismo l’intera società assimili i valori che la Shoah invita a non dimenticare: la pace, l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, il rispetto della dignità delle persone e dei valori della convivenza civile”.