25 Settembre 2013

26 gennaio 2014 processo di secondo grado ai neonazisti di Stormfront Italia

Fonte:

Il Messaggero

Istigò dal web all’odio razziale appello fissato a gennaio

Ceccano – È stato fissato per il prossimo 26 gennaio, davanti alla Corte d’Appello di Roma, il processo di secondo grado alle quattro persone condannate per aver promosso e diretto un gruppo il cui fine era l’incitamento all’odio razziale anche mediante la diffusione di scritti attraverso il forum italiano di Stormfront. L’8 aprile scorso, il gup capitolino Carmine Castaldo, all’esito del rito abbreviato, condannò quattro persone. Tra loro anche un ciociaro: Diego Masi, 30 anni, di Ceccano. Per lui una condanna a due anni e mezzo di reclusione come Luca Ciampaglia (23 anni, di Atri in provincia di Teramo), entrambi erano moderatori del forum. Mentre Daniele Scarpino, milanese di 24 anni, ritenuto l’ideologo del gruppo, è stato condannato a tre anni e a due anni e otto mesi Mirko Viola (42 anni, di Cantù in provincia di Como). Era stato loro contestato di essersi associati, «perchè accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista – si legge nel capo d’imputazione – allo scopo di commettere più delitti di diffusione di idee online e tramite volantinaggio, fondati sulla superiorità della razza bianca, sull’odio razziale, etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziale ed tecnici». Secondo l’accusa, tra il 2011 e il 2012, sul forum italiano di Stormfront, attraverso l’uso di pseudonimi, avrebbero diffuso «messaggi, volantini, immagini, video e registrazioni audio, inerenti a tematiche identitarie, al negazionismo dell’ olocausto e alle adozioni internazionali, caratterizzati dalla superiorità della razza bianca, dal rancore nei confronti di chi aiuta gli immigrati, dei giornalisti che criticano coloro che plaudono alle SS, degli ebrei, dei negri, dei rom, dei nomadi, degli appartenenti alle forze dell’ordine e alla magistratura, nonchè degli esponenti politici di sinistra sensibili alle esigenze degli immigrati e delle persone di altre razze». A sollecitare l’appello contro la sentenza di primo grado sono tutte le parti in causa: dal pm Luca Tescaroli, ai legali degli imputati, a quelli di parte civile.