13 Luglio 2022

Torino, membri di una organizzazione dell’estremismo anarchico fanno dichiarazioni antisemite, omofobe e razziste

Askatasuna, in Valle di Susa messa in atto una “strategia della tensione”

La realtà che emerge dalle intercettazioni: aiuti solo a migranti “che sanno cosa è l’ideologia”

Ai vertici di Askatasuna ci sarebbero persone prive di principi e valori morali, con tratti razzisti e antisemiti, sessisti e addirittura disumani. Questo, almeno, è ciò che emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali diffuse dagli investigatori della Digos all’interno dell’indagine sul centro sociale torinese.

Nei rapporti inviati alla Procura compaiono Infatti conversazioni con frasi contro gli ebrei, i transessuali, gli arabi, i “negri, i partigiani. Nei documenti si parlerebbe anche di comportamenti irresponsabili nel corso dell’emergenza Covid. Gli avvocati difensori hanno però sottolineato “che si tratta di frasi estrapolate dal contesto, a volte ironiche o scherzose, e di sfoghi estemporanei a quali non bisogna dare peso”.

Quel che è certo è che dalle carte emerge come i vertici del centro sociale Askatasuna abbiano trasformato la Valle di Susa e la campagna contro il Tav in una sorta di palestra su cui portare avanti una vera e propria strategia della tensione con le forze dell’ordine. Gli esponenti del centro sociale non si sarebbero infatti limitati a fare propaganda e proselitismo, ma avrebbero organizzato manifestazioni durante le quali dei gruppi hanno compiuto azioni violente.

Ma non è tutto: dalle carte emerge infatti che Askatasuna avrebbe selezionato i migranti “politicamente maturi” in modo da “arruolarli” per farli scendere in piazza: gli investigatori hanno raccontato il caso di un nigeriano cacciato dal Neruda (uno stabile che offre ospitalità a famiglie senza casa) e accolto da un gruppo di attivisti. Nella conversazione intercettata si ascolta quanto segue: “C’è uno spazio in più però bisogna fare selezione, dobbiamo affidarci a gente che poi partecipa”. Il brano prosegue con un “Se non hai un minimo di preparazione, se non sai almeno chi è Malcolm X, se non c’è un minimo di impegno, di maturazione, allora cosa vieni a fare qua? Non siamo mica la Caritas”.