30 Maggio 2019

Provocazione antisemita a Roma contro pietre di inciampo

Luogo:

Roma

Fonte:

Segnalazione OS, Corriere della Sera

Una minaccia scritta in tedesco

Lo sfregio sulle pietre d’inciampo

Roma, attaccato un adesivo: «Gli assassini tornano sempre sul luogo del delitto»

ROMA La Comunità ebraica avrebbe preferito che la notizia non venisse diffusa, perché in questo caso diventano pericolosi anche gli emulatori. Ma è troppo grave quello che è successo nella notte tra lunedì e martedì in via della Reginella, quasi nel cuore del Ghetto ebraico, una delle strade di Roma segnate per sempre dall’orrore della deportazione nazista: qualcuno, intorno alle quattro del mattino, ha coperto con un lugubre adesivo una pietra d’inciampo, una delle migliaia disseminate nelle strade d’Europa dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare le vittime dei campi di sterminio. Un adesivo con una scritta bianca in tedesco, nitida, precisa, senza errori, la cui traduzione è questa: «Gli assassini tornano sempre sul luogo del delitto». Il guaio è che nessuno ha visto, nessuno se n’è accorto. Eppure l’intero perimetro del Ghetto di Roma, dal lungotevere al Portico d’Ottavia, è sorvegliato 24 ore su 24 dai carabinieri. Via della Reginella non è dentro questo perimetro, però i luoghi sono pieni di telecamere e adesso naturalmente i filmati sono al vaglio degli investigatori. L’unica telecamera presente in via della Reginella si trova sopra un negozio, ma non ha registrato niente, purtroppo: «Ha il server bruciato», rivela una fonte vicina alla Comunità. A denunciare il fatto, ieri, è stata l’associazione «Arte in Memoria», che giusto una settimana fa, insieme all’ambasciata tedesca, aveva organizzato l’iniziativa «Memorie d’inciampo», con centinaia di studenti romani impegnati a lucidare le 288 pietre ricoperte d’ottone distribuite nei diversi municipi della città. Su ogni pietra, lo ricordiamo, è inciso il nome di una delle vittime dei campi di sterminio o delle Fosse Ardeatine. Anche l’ambasciatore d’Israele in Colombia, l’italiano Marco Sermoneta, ha già inoltrato la pratica per inaugurare nel prossimo mese di gennaio una pietra d’inciampo in via della Reginella: così sarà ricordato anche il suo prozio Lello Di Segni. La macabra scoperta è stata fatta martedì mattina alle 6 da un passante e ora l’intera Comunità ebraica romana s’interroga sul significato dell’atto: «Una sfida, una minaccia — così viene considerata da un alto rappresentante che preferisce restare per ora anonimo —. L’associazione “Arte in Memoria” parla di atto vandalico ma questo è ben altro. Il messaggio, anzi, è preciso: torneremo e lo faremo di nuovo». In via della Reginella, tra l’altro, non ci sono solo le pietre d’inciampo che ricordano le vittime della deportazione. Fino a due anni fa, ricorda la nostra fonte qualificata, era anche la sede del Circolo dei Ragazzi del ’48, memoria storica del Ghetto, intitolato non a caso a ZI Raimondo, al secolo Raimondo di Neris, sopravvissuto alla Shoah e indimenticato artefice della sonora protesta al Tribunale Militare di Roma, nell’agosto del 1996, contro la scarcerazione del capitano delle SS Erich Priebke: «Era iì in piedi a 8o anni che aspettava all’uscita il criminale nazista col preciso intento di mollargli almeno un ceffone», lo ricordano al Ghetto. Non ci riuscì. Dopo la profanazione in via della Reginella arriva la condanna da parte di Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. E Luciano Nobili, deputato pd, denuncia: «Solo poche settimane fa le pietre d’inciampo erano state ripristinate, dopo essere state divelte e sottratte da ignoti. Questo ritorno di episodi di antisemitismo non dev’essere sottovalutato»