12 Novembre 2025

Walker Meghnagi, presidente della CEM, commenta i recenti episodi di antisemitismo a Milano

Dopo l’aggressione in stazione Centrale contro un gruppo di ebrei ortodossi americani da parte di un pakistano, il presidente della Comunità ebraica di Milano interviene sull’accaduto

Dopo l’aggressione in Stazione Centrale contro un gruppo di ebrei ortodossi americani da parte di un pakistano, Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, interviene sull’accaduto.
Come sta vivendo la comunità ebraica questo episodio?
«Stavolta è successo qualcosa di molto grave, l’ennesimo attacco di una lunga serie. Ha avuto un impatto molto forte su di noi e ho ricevuto moltissime telefonate di solidarietà. Per di più è avvenuto in un luogo affollatissimo come la Centrale».
Che clima si respira a Milano?
«È molto cambiato negli ultimi due o tre anni, in peggio. Molti episodi contro gli ebrei milanesi non vengono neanche resi pubblici. E le manifestazioni antisemite sono sempre più frequenti. C’è molta preoccupazione, ma cerchiamo di non avere paura: alcuni non hanno la minima percezione di quello che sta succedendo alla nostra comunità. Ma ci sono giovani che hanno paura di iscriversi all’università per le minacce ricevute. Ecco, in sintesi la nostra quotidianità è molto peggiorata».
Quali strumenti avete messo in campo?
«Negli ultimi anni abbiamo organizzato molti incontri e dibattiti per favorire il dialogo fra noi e la città. Cerchiamo di essere molto attenti sul tema della sicurezza e devo dire che le forze dell’ordine si sono dimostrate sempre vicine a noi. Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche ma non sempre questo è possibile».
Le elezioni per la presidenza della Comunità ebraica sono previste per il 14 dicembre, qual è il suo programma?
«Intanto cominciamo a dire che la situazione della Comunità è solida. Abbiamo i mezzi per affrontare i prossimi anni che si preannunciano complessi. Credo che la nostra vera forza saranno i giovani che hanno voglia di partecipare alla vita pubblica. Tra i progetti più importanti voglio annunciare il nuovo polo museale ebraico di Milano che sarà ospitato nella Sinagoga di via Guastalla con la creazione della Fondazione per la cultura ebraica».
Qual è il bilancio del suo mandato di quattro anni?
«Sono stati anni difficili per il Covid e per il massiccio diffondersi dell’antisemitismo. Per lavorare meglio ho coinvolto anche le altre liste che si erano presentate alle elezioni e ho avuto un Consiglio che si è compattato per fini comuni. Ad esempio sono arrivati cittadini israeliani con bambini molto piccoli a Milano e noi li abbiamo accolti».
Che rapporto avete con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane?
«Come Comunità milanese abbiamo il diritto di intervenire con dieci consiglieri a Roma: le scelte che si fanno sono frutto di molti confronti. Fra le nostre esigenze, c’è quella di organizzare più manifestazioni pubbliche per far sentire la nostra voce».
Come vanno le relazioni con Palazzo Marino?
«Con il sindaco Giuseppe Sala ci sentiamo molto spesso e lo stesso avviene con la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi. C’è una dialettica che non ci trova sempre d’accordo: quando ci hanno impedito di ricordare le vittime del 7 ottobre l’abbiamo giudicato ingiusto e abbiamo organizzato un flash mob in piazza San Carlo».