24 Luglio 2018

Visita della Presidente del Senato al Tempio Maggiore di Roma

Fonte:

Moked.it

Autore:

Marco di Porto, Noemi Di Segni

La Presidente del Senato in sinagoga “Ebraismo italiano, essenziale per la nostra democrazia”

“Sono qui oggi a rendere omaggio al contributo delle Comunità ebraiche alla nostra vita nazionale”, così la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in visita al Tempio Maggiore di Roma. Ad accogliere la seconda carica dello Stato in sinagoga il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica capitolina Ruth Dureghello e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

“Il nostro rapporto va ogni giorno nutrito, rafforzato, raccontato. – ha sottolineato la Presidente del Senato – Voi siete eredi di una millenaria tradizione e avete dato un apporto essenziale alla costruzione dello Stato italiano e allo sviluppo della cultura nazionale, a tutti e ai più alti livelli”. Casellati ha poi ricordato la figura di Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea costituente, “figura fondamentale nella costruzione dell’architettura democratica repubblicana”, e ha dedicato un ampio passaggio ai legami tra Italia e lo Stato d’Israele, e tra Stato ed ebraismo italiano.

“L’Italia e Israele sono sorti dalle macerie della seconda guerra mondiale, a dimostrazione che la vita, la giustizia, la speranza, pur nelle difficoltà più estreme, non possano che trionfare ed affermarsi. La stessa Intesa che regola i rapporti tra la Repubblica e l’Unione delle Comunità Ebraiche, anche a distanza di trent’anni, rappresenta un documento che non solo dà piena attuazione ai principi stabiliti dall’articolo 8 della nostra Costituzione, ma è un modello nei rapporti tra formazioni sociali e le istituzioni dello Stato. Questa vostra esperienza – ha continuato la Presidente del Senato – ha dato un contributo decisivo alla crescita del Paese nel segno di un più maturo pluralismo religioso”.

La Casellati ha infine dedicato un pensiero agli ottant’anni dalle leggi del ’38. Ricordando come Giovanni Spadolini, da Presidente del Senato, in occasione dei 50 anni dalla proclamazione delle leggi, promosse una studio dal titolo “L’abrogazione delle leggi razziali in Italia. Reintegrazione dei diritti dei cittadini e ritorno ai valori del Risorgimento”, un titolo di recente ristampato proprio dal centro studi del Senato, in occasione dell’anniversario di quest’anno e in memoria di quei drammatici eventi.

“La differenza culturale dell’ebraismo italiano rappresenta una ricchezza per la nazione, e noi siamo grati a tutti coloro che coltivano questa ricchezza”, ha affermato rav Riccardo Di Segni nel suo intervento. “L’ebraismo italiano ha una storia antica e gloriosa, e questo luogo, che è stato un luogo di sofferenza, in cui abbiamo passato momenti terribili, è oggi il centro una comunità attiva, viva, che fa molto e produce molto in seno alla società”.

“Questa comunità ha una tradizione di 2200 anni di permanenza ininterrotta e fu al Senato romano che gli ebrei venuti da Israele si rivolsero per chiedere tutela”, ha detto Ruth Dureghello nel suo saluto di benvenuto. Dopo un accenno all’impegno della comunità nel segno dei valori, e nel mantenere viva la propria cultura e tradizione, un invito a promuovere “il miglioramento della qualità del dibattito politico, il cui degradarsi ha ripercussioni sulla società civile, per ottenere un dialogo sano nella società.”

Da parte di Noemi Di Segni è arrivato invece l’invito alla Presidente del Senato a recepire la working definition di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), dando seguito alla sua adozione da parte del Parlamento Europeo e dell’invito dello stesso Parlamento Europeo, a tutti gli stati membri, ad adottarla. “Le comunità ebraiche”, ha continuato Noemi Di Segni, “hanno sempre vissuto il Paese con profondo senso di appartenenza, nella lotta per la costruzione dello Stato nazionale, nel contributo alla cultura e alla scienza, nel tentativo di essere se stessi e al contempo parte di un insieme, che oggi è non solo la società italiana, ma l’Europa unita.”

Marco Di Porto

A nome di tutte le 21 Comunità ebraiche in Italia ho l’onore di dare il benvenuto alla presidente Casellati ringraziandola per aver accolto l’invito della Comunità di Roma. Questa presenza oggi è significativa ed importante e ribadisce il legame dell’ebraismo italiano con le più alte Istituzioni del Paese.

Le Comunità ebraiche hanno sempre vissuto il paese e il contesto cittadino come il proprio, interagendo e partecipando alla costruzione e alla maturazione delle diverse fasi storiche fino ai tempi odierni, in ogni ramo e aspetto della vita civile, nelle battaglie e nelle guerre, nella costruzione culturale e scientifica, nel dar vista al testo costituzionale. Essere se stessi, ed essere parte di un insieme. Oggi un insieme che ricomprende anche l’Europa unita.

Proprio in questa ottica il richiamo è ad una vigilanza sui valori e alla lotta contro ogni forma di radicalizzazione e antisemitismo – non nella limitata ottica di tutela di una minoranza meritevole di attenzione, corpo estraneo, ma nell’ottica di salvaguardia di una parte di sé capace di produrre sapere e generare valori. Valori preziosi e imprescindibili che sottendono alla connaturata attitudine di condividere con l’insieme della società la nostra storia e gli antichi insegnamenti dei nostri padri, custoditi e tramandati da oltre cento generazioni, attraverso la cura dei luoghi sacri, di scuole, case di cura e centri giovanili.

Il Senato della Repubblica, nel quale oggi tra le senatrici a vita siede la Liliana Segre, è – e deve proseguire ad esserlo – l’istituzione preposta ad un’attività legiferativa che pone alla base valori e cultura. L’invito al Senato, nella persona della sua presidente, è di recepire con mozione o altro atto che si riterrà opportuno la definizione dell’IHRA in materia di antisemitismo dando seguito alla risoluzione adottata dal Consiglio d’Europa dell’11 maggio 2017 e, nell’anno ottantesimo dalla promulgazione delle Leggi razziste, impegnarsi affinché ogni legge risponda non solo al rigoroso criterio della legalità formale, ma che sia frutto di un impegno di tutti noi a promuovere vita e progresso per l’umanità.

Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane