3 Dicembre 2015

Sergio Della Pergola risponde alla dichiarazione contro Israele di Romano Prodi

Fonte:

Moked.it

Autore:

Sergio Della Pergola

Dimenticanze

Romano Prodi, rispettato professore di economia, duplice ex primo ministro italiano, ed ex presidente della Commissione europea, ha rilasciato al Fatto Quotidiano del Primo dicembre la seguente dichiarazione: “Il conflitto israelo-palestinese rimane l’origine e la madre di tutti i conflitti, ma finché al governo di Israele ci sarà Netanyahu la pace è impossibile”. Queste parole vanno respinte con scherno e con disgusto. Con scherno, perché Prodi, in quanto stimato accademico, sa o dovrebbe sapere che affrontando qualsiasi problema complesso, le spiegazioni monocausali sono inaccettabili e vanno respinte. Prodi ci vuol dire che la strage del Bataclan, l’attacco alle torri gemelle, l’Afghanistan, la guerra civile in Siria, lo sfracello della Libia, lo Yemen, il Mali, il Museo del Bardo in Tunisia, i Fratelli Musulmani in Egitto, i massacri alla stazione ferroviaria di Madrid e nel subway di Londra, la guerra fra Iraq e Iran e le minacce di quest’ultimo all’America, magari anche il conflitto India-Pakistan, e la violenza in Venezuela, tutto questo si spiega con una e una sola causa: il conflitto israelo-palestinese. Con disgusto, perché nella fattispecie dell’attuale discorso sulla crisi in Medio Oriente e in Europa, l’asserzione di Prodi è troppo simile a quella già sentita tante volte in passato secondo cui “all’origine di tutti i mali del mondo ci sono gli ebrei”. O per lo meno metà dei mali del mondo, dato che uno dei due attori coinvolti nel conflitto è lo Stato Ebraico che insieme allo Stato Arabo è stato proclamato dall’Assemblea dell’ONU il 29 novembre 1947 sul territorio del Mandato britannico in Palestina. Prodi sembra o vuole dimenticare che la soluzione del conflitto israelo-palestinese ha due attori, e richiede la disponibilità di entrambe le parti. Legga Prodi (perché certamente non li ha mai letti) l’articolo 15 della carta dell’OLP e l’articolo 7 della carta di Hamas, e dia il suo parere sulla disponibilità alla pace da parte dei movimenti palestinesi. Di quale pace stiamo parlando? La pace assoluta per uno dei due attori, senza la fastidiosa presenza dell’altro. Sappia Prodi che analisi immature e deterministe come la sua suscitano in Israele due tipi di risposta: una è quella di chi prende in mano la penna e risponde con delusione e magari con ironia. L’altra, ben più diffusa, è quella di chi sente nelle parole di Prodi una forma di aggressione e si rinchiude in una reazione più fortemente nazionalista. E così proprio grazie a Romano Prodi e ai suoi simili il governo di Netanyahu si rinforza. Con buona pace della pace.