9 Giugno 2025

Scritte contro Israele, antisemitismo, svastiche. Aumenta la preoccupazione tra gli ebrei tripolini di Roma — Scritte contro Israele, antisemitismo, svastiche. Aumenta la preoccupazione tra gli ebrei tripolini di Roma

Si trovano quasi tutti a piazza Bologna e dintorni, dove si sono stabiliti genitori e nonni a fine anni ’60 in fuga dalla Libia di Gheddafi. Oggi, dopo l’ennesimo episodio con le scritte razziste contro il tempio di via Garfagnana, tengono i radar ancor più in funzione per evitare ritorsioni

Una scritta antisemita ai Parioli

Proprio nelle ore in cui la Comunità Ebraica sta scegliendo il suo nuovo presidente, una parte di essa sta vivendo nuovi momenti di tensione e preoccupazione. In zona piazza Bologna, infatti, lo scorso fine settimana sono comparse scritte antisemite e svastiche sull’ingresso di un tempio frequentato da ebrei tripolini, il Beth Shemuel di via Garfagnana.

Antisemitismo a piazza Bologna

Un episodio spiacevole, che ha imbrattato un luogo di ritrovo e preghiera per la comunità di rito sefardita. Da oltre sessant’anni, infatti, a piazza Bologna e dintorni si è costituita una nutrita comunità di ebrei che affonda le sue origini in Libia, nella capitale Tripoli, da dove furono cacciati con la presa di potere di Gheddafi. Il tempio di via Garfagnana è solo uno dei quattro punti di ritrovo e preghiera nel II municipio.

La comunità ebraica tripolina di Roma

Il primo, quello storico, fu il tempio Beth-El di via Padova, fondato a fine anni ’60 da Shalom Tesciuba, scomparso nel 2019. Ma c’è anche il Beth Shemuel di via Garfagnana, il Beth Eliyahu di via Scarpellini ai Parioli e l’Or Yehuda a via Tripolitania. Luoghi attenzionati anche dalle forze dell’ordine perché, in particolare dall’inizio del nuovo conflitto israelo-palestinese il 7 ottobre 2023, sono sicuramente sensibili: “Ma noi comunque camminiamo a testa alta – racconta a RomaToday Amos Tesciuba, nipote di Shalom, negoziante e membro attivissimo della sua comunità e di tutto il quartiere intorno a piazza Bologna -, non abbiamo grosse paure, per quanto le scritte che ci sono state ultimamente non ci rendono certo contenti. Eravamo molto tranquilli fino a qualche tempo fa, ora questi episodi rovinano un po’ quella serenità che ci eravamo costruiti”.

Le scritte ai Parioli e Villa Torlonia

Anche perché il clima in Italia e in Europa non è certo favorevole. Troppo spesso c’è chi confonde lo Stato d’Israele con l’essere religiosi, e questo scatena insulti, minacce, diverbi: “Il 20 febbraio sono comparse scritte sul tempio dei Parioli – ricorda Tesciuba -, poi tra dicembre e gennaio c’è stato un brutto episodio, con un pazzo che ha cominciato a strillare in piazza Bologna di fronte a una camionetta dell’Esercito, diceva ‘free palestine”, alla fine è stato bloccato e messo a terra”. Altre scritte contro Israele e pro Palestina sono comparse nei pressi del cantiere per il Museo della Shoah di Villa Torlonia, dove sono stati addirittura rinvenuti degli escrementi.

“Attenzione c’è sempre – conclude Amos – abbiamo un servizio di sicurezza nostro, integrato rispetto a quello garantito dalle forze dell’ordine, ma comunque andiamo avanti a testa alta. Siamo una comunità unita”.