8 Marzo 2023

Sammichele (BA), perizia psichiatrica per un presunto neonazista

Fonte:

La Gazzetta di Bari

Autore:

Isabella Maselli

Il suprematista tenta la carta dell’infermità mentale

Perizia psichiatrica sul 23enne che inneggiava a Hitler

La difesa di Luigi Antonio Pennelli ha chiesto il rito abbreviato condizionato. ln aula il 14 marzo

Un aspirante terrorista o solo un ragazzo con problemi psichiatrici? E, semplificando, la domanda alla quale dovrà rispondere la perizia psichiatrica cui sarà sottoposto il 23enne di Sammichele Luigi Antonio Pennelli, in carcere dal 27 ottobre scorso con le accuse di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Su di lui la Dda (il procuratore Roberto Rossi, l’aggiunto Francesco Giannella e il sostituto Ignazio Abbadessa) ha raccolto – estrapolandole direttamente dalla rete e dal suo pc – centinaia di chat, video, foto e post, nei quali il giovane barese si diceva ossessionato dalla superiorità della «razza bianca», invitando a «risanare la purezza della nostra stirpe! Inondiamo l’Universo – scriveva – con un fiume di sangue». Firmava i suoi messaggi «Fronte armato Hitleriano», pubblicava post con minacce di morte alla senatrice a vita Liliana Segre e dediche ai terroristi americani del «White Supremalist Exstremism», collegati anche all’assalto del gennaio 2021 a Capitol Hill. Aveva addirittura sostituito il volto di Padre Pio con una foto di Hitler, disegnando svastiche e scrivendo la frase «Fuhrer nostro messia» e sui social salutava i suoi interlocutori «Heil Hitler». Iscritto anni fa a CasaPound, pur non avendo mai partecipato alle iniziative organizzate dagli attivisti baresi di estrema destra, aveva poi iniziato a utilizzare il canale «Sieg Heil» per promuovere le sue idee antisemite, misogine e di matrice neonazista. Dagli atti emerge che il 23enne si era radicalizzato attraverso il web e in rete era riuscito ad entrare in contatto con il leader dell’organizzazione terroristica suprematista Usa «The Rase», Rinaldo Nazzaro, presentandosi come unico referente del movimento in Italia, un «lupo solitario» quindi, ritenuto però non per questo meno pericoloso. Era lui stesso a incitare i suoi contatti con frasi come «l’unica speranza siete voi, giovani razzisti incazzati, lupi solitari che desiderano vendetta». Quando due giorni dopo l’arresto è stato interrogato in cella ha tentato di ridimensionare la portata delle sue dichiarazioni, o almeno di spiegare di non essersi reso conto fino in fondo di quanto fossero pericolose le cose che scriveva in rete, senza aver comunque mai avuto alcuna intenzione di fare del male. Di fatto ha preso le distanza dalle cose terribili che ha scritto e detto su Telegram e Tik Tok, chiarendo di non aver compreso quanto quelle frasi, video e immagini potessero influenzare altri, diventando così pericolose tanto da istigare qualcuno a compiere atti estremi. Eppure in quelle frasi, scritte nel chiuso della sua cameretta quasi per gioco, diceva di voler «passare all’azione». «Vivendo – diceva ai suoi contatti social – mi radicalizzo sempre di più e capisco che la violenza è l’unica soluzione». Quando è stato arrestato, gli investigatori della Digos hanno trovato nella sua stanza anche armi, una carabina, una pistola a pallini e una balestra, modificate per aumentarne la potenzialità offensiva, oltre a coltelli e mazze, sulle cui custodie sono state trovate iscrizioni con l’alfabeto runico – tra cui la «runa othala» – e nomi di alcuni suprematisti responsabili di attacchi terroristici. Per lui, dopo circa 4 mesi in cella, la Procura ha chiesto il giudizio immediato. La difesa, rappresentata dagli avvocati Attilio Triggiani e Massimiliano Recchia, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Ieri il giudice, per accertare la «eventuale presenza di stati patologici che possano avere inciso sulla capacità di intendere e volere dell’imputato», ha rinviato il procedimento all’udienza del 14 marzo per il conferimento dell’incarico a Roberto Catanesi e Gabriele Mandarelli della sezione di criminologia e psichiatria forense del Policlinico.

Photo Credits: La Gazzetta di Bari