7 Luglio 2021

Saint-Vincent: rinvio a giudizio con l’accusa di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa

Aquila nazista sui cancelli casa, multa per istigazione all’odio

Risarcimenti danni a Comunità ebraica, Regione Vda e Anpi

Accusato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, Fabrizio Fournier, di 57 anni, di Saint-Vincent, è stato condannato a 5.000 mila euro di multa. Il giudice monocratico del tribunale di Aosta Maurizio D’Abrusco ha inoltre stabilito i risarcimenti alle parti civili: 20 mila euro alla Comunità ebraica di Torino, 10 mila euro alla Regione Valle d’Aosta e 5 mila euro all’Anpi.

Su due cancelli di accesso alla propria casa – affacciati su una strada pubblica – Fournier aveva fatto installare – secondo la procura di Aosta, che aveva chiesto una condanna a tre mesi di reclusione – un’aquila nazista e dei triangoli usati sulle divise degli internati. Simboli di ‘esoterismo’ per la difesa.

Era poi accusato di aver pubblicato su facebook dei video con contenuti negazionisti e di aver inviato via whatsapp link a filmati sempre di carattere negazionista accompagnati da commenti come “le camere a gas sono delle bufale” o “sono stati fatti passare per mostri persone che non lo erano come il grande Adolf Hitler”. Infine Fournier – che si faceva chiamare ‘Nazi’ – secondo gli inquirenti aveva pubblicato su facebook una sua foto mentre fa il ‘saluto romano’ e nei messaggi con gli amici si lamentava del fatto di essere nato il 27 gennaio, ‘Giorno della Memoria’. Le indagini della Digos risalgono al 2018.

Comunità ebraica, primo uso chiaro aggravante negazionismo – Con la condanna di Fabrizio Fournier “si è affermato un principio che per noi è importante e cioè che si possono propagandare idee fondate sul razzismo anche attraverso il negazionismo della Shoah”. Lo ha detto ai cronisti l’avvocato Tommaso Levi, del foro di Torino, che assiste la comunità ebraica di Torino (parte civile) e che nel 2018 aveva presentato in procura ad Aosta un esposto per i presunti simboli nazisti sui cancelli di casa del valdostano. Il giudice ha riconosciuto l’”aggravante del negazionismo”, perché “l’ha messa in equivalenza con le attenuanti generiche, quindi sarà interessante leggere poi le motivazioni”. Un’aggravante “introdotta nello Stato italiano nel 2018” e per la quale “oggi si ha nei tribunali una prima applicazione chiara”.

In questa sentenza “il giudice afferma che l’utilizzo di questi simboli è reato”, dichiara l’avvocato Ascanio Donadio, del foro di Aosta, che assiste l’Anpi, parte civile come la Regione Valle d’Aosta, assistita dall’avvocato dirigente Riccardo Jans. “Faremo le nostre valutazioni una volta che saranno depositate le motivazioni. La pena è particolarmente modesta perché è stato condannato solo alla pena pecuniaria, non a quella detentiva. Il giudice ha fatto un bilanciamento delle circostanze e ha ritenuto le generiche equivalenti”, commenta l’avvocato Enrico Pelillo, di Bergamo, che difende Fournier. (ANSA)

Neonazista e negazionista condannato La Comunità ebraica di Torino: “Un nuovo punto di partenza”

Un’aquila nazista esposta sul cancello della propria abitazione di Saint-Vincent è costata al 55enne Fabrizio Fournier il rinvio a giudizio con l’accusa di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

Apertosi in dicembre, il processo sul suo caso è arrivato a sentenza in queste ore: il Tribunale di Aosta ha riconosciuto la colpevolezza dell’imputato e disposto una sanzione pecuniaria di 5mila euro. Ad essere riconosciuti anche i risarcimenti alle parti civili: 20mila euro andranno alla Comunità ebraica di Torino; 10mila alla Regione Valle D’Aosta, 5mila alla sezione locale dell’Anpi.

Fournier, propagandista di tesi negazioniste, anche attraverso i social network, dovrà inoltre farsi carico delle spese processuali e dei compensi dei legali delle parti.

Grande la soddisfazione del presidente della Comunità ebraica Dario Disegni, che parla di “importante riaffermazione di principio”. Per l’avvocato della Comunità, Tommaso Levi, la sentenza fissa un elemento che viene ritenuto “un punto di partenza”. E cioè che “si possono propagandare idee fondate sul razzismo anche attraverso il negazionismo della Shoah”. Un’affermazione di responsabilità che, secondo il legale, “per una pena per quanto lieve” dice che “un paese democratico deve difendere quella che è la storia di questo continente” e “deve lottare per combattere queste idee che si portano dietro odio, razzismo e quant’altro”. (Moked)