12 Ottobre 2023

Roma, Deborah Lipstadt, inviata speciale dell’amministrazione degli Stati Uniti d’America per la lotta contro l’antisemitismo, condanna l’antisemitismo di Hamas

Fonte:

moked.it

Lipstadt: Ho il cuore dilaniato
“Quello compiuto da Hamas è l’attacco antiebraico più mortale dai tempi della Shoah. In testa a questa classifica dell’orrore c’era fino a pochi giorni fa l’attentato contro l’Associazione Mutualità Israelita Argentina di Buenos Aires. Ventinove anni dopo quella strage, siamo costretti ad aggiornare la graduatoria. Un atto esecrabile da condannare con forza, senza ambiguità e distinguo di sorta”.
A dirlo a Pagine Ebraiche è la storica Deborah Lipstadt, inviata speciale dell’amministrazione degli Stati Uniti d’America per la lotta contro l’antisemitismo. Tra le personalità più influenti al mondo secondo la rivista Time, Lipstadt è stata una delle protagoniste del convegno “New Documents from the Pontificate of Pope Pius XII and their Meaning for Jewish-Christian Relation: A Dialogue between Historians and Theologians” svoltosi alla Pontificia Università Gregoriana con l’obiettivo di far luce sulla figura di Pio XII e i suoi silenzi davanti alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei d’Europa. La studiosa, già trascinata in tribunale dal negazionista David Irving in un celebre processo dalla quale uscì vincitrice, si dice turbata da alcune reazioni alla carneficina attuata da Hamas. “Mi urta chi oggi cerca di giustificare questo crimine. Chi dice ‘sì, ma…’. Non c’è nessun ‘ma’, non è il tempo di simili elucubrazioni. Si può essere in disaccordo con la politica d’Israele, questo è ovvio e legittimo, ma nulla giustifica lo stupro di donne e i bambini trucidati”.
“C’è dell’antisemitismo esplicito nella barbarie di cui siamo testimoni. Non a caso, in molti video diffusi dagli stessi terroristi, sentiamo pronunciare la parola ‘Yahudi’, cioè ebreo. Hamas non vuole che esista uno Stato ebraico e lo mette in chiaro: è un punto inequivocabile”, incalza la storica. Lipstadt ha incontrato stamane papa Francesco in Vaticano e partirà ora alla volta degli Stati Uniti. “Ho il cuore dilaniato, ma ci sono anche segnali di solidarietà da raccogliere”, commenta. “A partire dai molti edifici e luoghi illuminatisi nel mondo per esprimere vicinanza a Israele. A Roma, con emozione, ho visto l’Arco di Tito accendersi con la Stella di Davide e i colori bianco e blu della bandiera israeliana. Non mi sfugge il significato profondo di questo appuntamento, in un luogo che racconta la distruzione, duemila anni fa, di una nazione ebraica”. Oggi, il suo messaggio, “dobbiamo essere uniti e, come ci insegna l’inno d’Israele, avere speranza”.