23 Febbraio 2017

Ricercatrice dell’università di Torino rifiuta un contratto poiché prevede la collaborazione con l’università di Tel Aviv

Fonte:

La Stampa edizione di Torino

Autore:

Fabrizio Assandri

Ricercatrice universitaria rifiuta di collaborare con l’ateneo di Tel Aviv

«Le università israeliane sono espressione delle politiche di oppressione del governo e io non ci collaboro». Cosi Daria Bertazzi, dopo un dottorato nel dipartimento di Economia, spiega la scelta che sta facendo discutere: ha rifiutato un contratto di ricerca legato a Horizon2020, un ampio programma di studi dell’Unione Europea.Il progetto, che verte sulle energie rinnovabili e sulle case «intelligenti», ha per partner l’Università di Torino e quella di Tel Aviv. «Mi è stato proposto un contratto, durata e importo non erano ancora stati quantificati», spiega Bertazzi, le cui ricerche vertono sulla sociologia dei consumi. «Un contratto è purtroppo quasi un miraggio», ammette, ma quando ha scoperto che Israele era tra i partner ha preferito rinunciare. L’episodio rientra nel movimento partito un anno fa che chiede di boicottare gli accordi con un altro ateneo, il Technion di Haifa, con l’accusa di essere al servizio dei militari. Una raccolta firme è stata sottoscritta da decine di docenti dell’Università e da una manciata del Politecnico. Ora una nuova raccolta firme, degli studenti, verrà presentata per chiedere di non rinnovare l’accordo col Technion, in scadenza ad aprile. I due rettori, Marco Gilli e Gianmaria Ajani, hanno sempre difeso la collaborazione. Sia perché sostengono che la ricerca venga prima delle scelte politiche, sia perché gli enti di ricerca sono frequentati anche da palestinesi. Alcuni docenti, come Ugo Volli, ritengono «razzisti» gli inviti al boicottaggio, l’ex sindaco Fassino definì «vergognosa» la raccolta firme. Su Facebook, la scelta della ricercatrice ha ricevuto diverse critiche. Per Bertazzi, che parlerà in un incontro al Campus Einaudi il 6 marzo, «Israele cerca di legittimarsi anche con le sue università: boicottare è l’unica strada».