13 Novembre 2018

Responsabile delle Politiche sociali del comune di Ivrea posta sui social commenti razzisti antizigani

Fonte:

La Stampa edizione di Torino

Autore:

Giampiero Maggio

Sfogo razzista sui social. L’assessora nella bufera

La responsabile delle Politiche sociali a Ivrea pubblica frasi ingiuriose e insulti ai rom

«Zingari di m…, zecche parassiti  capaci di spolpare tutto (…) vi auguro calorosamente che cercando di rubare qualcos’altro una tagliola possa mozzarvi le mani non all’altezza del polso ma sopra il gomito così che la maglietta possa coprire lo scempio che vi ritrovereste ad essere». Firmato «Giorgina Povolo». Questo, almeno, il nickname del profilo Facebook dell’assessora (in quota Lega Salvini) alle Politiche sociali e giovanili di Ivrea, Giorgia Povolo, prima che scoppiasse il caso delle frasi razziste e che lei stessa decidesse di chiudere il proprio account. Troppo tardi. Il caso è divampato. E ora la valanga che si è innescata rischia di travolgere la giunta di Stefano Sertoli. Lui, sindaco tutt’altro che di centrodestra ma chiamato, mesi fa, dopo la vittoria alle elezioni amministrative come candidato di una coalizione a forte trazione leghista, a mettere insieme anime differenti e cittadini stufi di quella politica di centrosinistra che ha governato la città dell’Olivetti per oltre un cinquantennio, è stato quantomeno preso in contropiede. «Valuteremo: sapevo di alcune frasi, ma non che fossero di questo tenore», si limita a dire. Anche se ha già parlato con l’assessora chiarendo quanto accaduto, Sertoli è in evidente imbarazzo. E’ vero che le parole pubblicate sul profilo, ora cancellato, della Povolo, risalgono ai primi di gennaio di quest’anno. E’ vero che, come da lei stessa sottolineato, «sono state scritte come sfogo su un social ma tra pochi intimi amici, al massimo 300 persone, e subito dopo un furto subito in auto a Torino». Resta la durezza, la volgarità di queste frasi che il Pd, partito oggi d’opposizione a Ivrea, definisce «raccapriccianti e razziste». L’assessora liquida la faccenda come «chiacchiere da bar»: «È stato uno sfogo, nulla più. Chiedo scusa per quelle frasi, tra l’altro pronunciate prima che diventassi assessore, non eravamo nemmeno in campagna elettorale». Può bastare per giustificare una caduta di stile del genere? Sempre sui moncherini generati da un’eventuale tagliola, la Povolo sottolineava nel suo post: «Inoltre mi farebbe alquanto schifo vedere i monchi penzolanti ai semafori mentre chiedete l’elemosina con i piedi». Ma sarebbe soltanto uno degli oggetti dell’attenzione dell’assessore: perché ce ne sarebbero anche per carcerati ed altre figure a lei non gradite ma etichettate con aggettivi non proprio eleganti. Il Pd ha già inviato un’interpellanza al sindaco, Stefano Sertoli. Il caso verrà affrontato nel prossimo Consiglio comunale. Ancora Perinetti (che ha firmato il documento assieme agli altri esponenti di opposizione del Pd, Gabriella Colosso, Fabrizio Dulla, Mauro Salizzoni). «Sono dichiarazioni gravissime e volgari, mai pronunciate, dal dopoguerra ad oggi, da nessun esponente delle istituzioni eporediesi. Fossi io sindaco la Povolo sarebbe già fuori dalla giunta».