11 Dicembre 2018

Analisi del rapporto FRA sulla percezione dell’antisemitismo

Fonte:

Avvenire, Il Foglio

Autore:

Giovanni Maria Re, Giulio Meotti

Antisemitismo in aumento. Il 38% degli ebrei non si sente sicuro in Europa

Pubblicato lo studio sulla percezione del fenomeno tra la popolazione ebraica del Continente. Coinvolti 12 Stati membri. Per 1’80% degli intervistati si tratta di un problema «molto grave» (il 71% per l’Italia) Forte il rischio di «normalizzazione»

Bruxelles Gli ebrei si sentono sempre più minacciati in Europa, e tanti nascondono la loro identità religiosa per paura. A lanciare l’allarme antisemitismo è un rapporto pubblicato dall’Agenzia Ue per i Diritti fondamentali (Fra, con sede a Vienna), fondato su un’indagine tra 16.396 persone di identità ebraica in 12 Stati membri (Italia, Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Spagna, Francia, Ungheria, Olanda, Polonia, Svezia e Regno Unito), che ospitano il 96% della popolazione ebraica del Continente. Un dato per tutti: per l’89% degli ebrei europei la minaccia antisemitismo è aumentata negli ultimi cinque anni (l’81% in Italia). «Decenni dopo l’Olocausto – ha dichiarato Michael O’Flaherty, direttore della Fra – livelli scioccanti e in aumento di antisemitismo continuano ad affliggere l’Europa». «Il ventesimo secolo – ha fatto eco il primo vice-presidente della Commissione Europea, Frans Timmermans – ha avuto molte malattie, l’unica rimasta incurabile è l’antisemitismo». Per l’80% degli ebrei europei è in effetti un problema molto grave (il 71% per l’Italia), soprattutto sui forum online e i social network (1’89% in media, il 90% in Italia), ma il 73% avverte minacce anche nei luoghi fisici pubblici. In particolare per l’Italia, dopo i social network, l’antisemitismo si manifesta di più nei media (73%) e con i graffiti murali (66%), un po’ meno per strada (il 51%). A sentirsi più minacciati sono per la cronaca gli ebrei in Francia, Polonia, Belgio e Germania. Il 38% in media non si sente sicuro nel Continente e ha pensato addirittura di emigrare. Il 47% afferma di temere di essere vittima di insulti o molestie antisemitiche, il 40% di essere aggrediti fisicamente. Qui, a dire il vero, l’Italia sta un po’ meglio: a pensare di emigrare è il 22%, il 20% teme insulti o molestie, e il 30% violenze fisiche. Comune un po’ a tutti i Paesi del campione è la tendenza a celare la propria identità, per paura: in media il 28% evita sempre o molto spesso di portare capi di abbigliamento o simboli che possano identificarli come ebrei (il 24% in Italia), il 43% occasionalmente (il 49% nella Penisola). E il 34% evita di visitare siti ebraici. Non sono solo timori: il 39% del campione afferma di esser stato vittima di molestie di natura antisemitica negli ultimi cinque anni (il 36% in Italia), il 3% anche attacchi fisici. Il 79% a livello Ue (e il 77% in Italia) ha però rinunciato a sporgere denuncia, convinto che tanto non serva a nulla. E’ il prodotto di quella che il rapporto definisce una pericolosa «normalizzazione» del fenomeno. Interessanti anche i risultati sugli autori degli attacchi. A parte le risposte che rinviano a ignoti, conoscenti, clienti e simili, in media al primo posto sono musulmani radicali (31%), seguiti da estremisti di sinistra (21%), a sorpresa solo il 13% è identificato come militante di estrema destra. Il quadro è un po’ diverso per l’Italia: al primo posto sono gli estremisti di sinistra (38%), seguiti da estremisti di destra (28%), mentre i musulmani radicali sono al 20%. Infine, il 21% in media (e il 17% in Italia) ritiene di esser discriminato per il solo fatto di essere ebrei. L’Agenzia chiede ora agli Stati membri un’«azione urgente e immediata», anzitutto rafforzando l’insegnamento dell’Olocausto e aumentando la consapevolezza dei cittadini. «Serve – ha avvertito Timmermans – un’azione concreta negli Stati membri. Non c’è Europa se gli ebrei non si sentono sicuri». G.M.R.

Avvenire

Europa antisemita

“Il 40 percento degli ebrei vuole andarsene”. E in Germania ci sono zone “proibite”. Studio choc della Ue

Ebrei che vogliono partire, si nascondono e non si fanno vedere in sinagoga. Studio choc della Ue

Roma. Impressionante anche solo pensare quanta strada abbia fatto l’antisemitismo in Europa in dieci anni. Ebrei morti ammazzati in Francia, simboli ebraici che scompaiono ovunque da Bruxelles a Berlino, gli ebrei inglesi che preparano le valigie per la prima volta in sei secoli, zone Judenrein che riappaiono in Germania … Di ieri il sondaggio che conferma i peggiori timori. Il quaranta per cento degli ebrei europei sta pensando di abbandonare il Vecchio continente. Lo rivela un’inchiesta dell’Agenzia della Ue per i diritti fondamentali, con il novanta per cento degli intervistati che afferma che l’antisemitismo è molto aumentato dal 2013. La comunità ebraica in Francia – che ha subito numerosi attacchi mortali negli ultimi anni — è molto scossa: l’ottanta per cento degli ebrei francesi dice che l’antisemitismo è “aumentato molto”, la percentuale più alta in Europa. “Decenni dopo l’Olocausto, livelli scioccanti di antisemitismo continuano ad affliggere la Ue”, ha detto Michael O’Flaherty, direttore dell’agenzia che ha condotto lo studio. Si scopre che il ventotto per cento degli ebrei europei è stato vittima dell’intolleranza antisemita. L’Inghilterra ha il dato più drammatico, legato all’ascesa di Jeremy Corbyn alla guida del Labour, con quattro ebrei inglesi su cinque che dicono che l’antisemitismo è un problema serio nella vita politica. In Germania il quarantuno per cento degli ebrei dichiara di aver subìto aggressioni. La Bild, il più diffuso quotidiano tedesco, ieri apriva sulle “zone vietate agli ebrei in Germania”. Il settantacinque per cento degli ebrei tedeschi si astiene dall’indossare in pubblico i simboli ebraici, come la kippah. Il quarantasei per cento di loro “evita di entrare in determinate aree”. In parole povere significa che in Germania ci sono zone “vietate” agli ebrei. Felix Klein, commissario all’antisemitismo del governo federale tedesco, si dice scioccato dal rapporto della Ue. “Il fatto che le persone identificate come ebree non vogliano entrare in certe aree per timore di ostilità è qualcosa che trovo allarmante”, ha detto Klein alla Bild. In Germania (accanto alla Francia) il quarantaquattro per cento degli ebrei penserebbe di andarsene. I risultati del nuovo sondaggio della Ue contraddicono le statistiche della polizia. Nel 2017, le autorità tedesche avevano registrato 1.504 reati antisemiti, per il novantaquattro per cento riconducibili all’estrema destra. Il nuovo sondaggio fornisce un quadro completamente diverso, che è un po’ come il segreto di Pulcinella: il quarantuno per cento degli ebrei in Germania dichiara che gli aggressori avevano un background islamico. Quasi il quaranta per cento degli ebrei europei dichiara di non volersi identificare apertamente come ebreo, “sempre” o “frequentemente”, tra cui il sessanta per cento degli ebrei svedesi, il cinquantuno degli ebrei francesi e il quarantacinque degli ebrei belgi. Un nuovo sondaggio della scorsa settimana ha rilevato che il quarantatré per cento degli ebrei olandesi nascondono la propria identità ebraica. Anche le sinagoghe sono ormai spesso prive di simboli e fortificate dentro a straordinari strati di sicurezza draconiana, che le rendono molto meno accessibili rispetto a ogni altro luogo di culto in Europa. Dal sondaggio di ieri è anche emerso che un terzo degli ebrei in Europa evita di farsi vedere in sinagoga o agli eventi ebraici per timore. Secondo le statistiche compilate dal Pew Research Center, “gli ebrei hanno di gran lunga il più alto livello globale di migrazione internazionale”, in gran parte grazie al loro esodo dall’Europa, come dimostrano i dati della Ue usciti ieri. E sempre ieri, il ministro israeliano della Diaspora, Naftali Bennett, ha detto che almeno 200 mila ebrei francesi, quasi la metà di tutta la popolazione ebraica d’oltralpe, è pronta a partire per Israele, ma lo stato ebraico non è in grado a oggi di assorbirli. Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha affermato a proposito del sondaggio: “La comunità ebraica si deve sentire a casa in Europa. Altrimenti, l’Europa smette di essere l’Europa”. Nel 1945, dopo l’Olocausto, rimasero 3,2 milioni di ebrei nel continente. Nel 2010, ce ne erano 1,4 milioni. Oggi quella cifra è scesa al milione. Quella di Timmermans appare dunque come una profezia che tristemente si autoavvera. G.M.

Il Foglio