3 Giugno 2018

Provocazione neonazista da parte del leader del partito tedesco AFD

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Paolo Valentino

Il leader dell’Afd Il nazismo? Solo uno schizzo La frase shock dell’ultradestra

Berlino Come il dottor Stranamore, col braccio sempre incontenibilmente proteso nel saluto hitleriano, Alexander Gauland ancora una volta non sa trattenersi. E davanti ai giovani di Alternative für Deutschland, riuniti a congresso a Seebach, in Turingia, si abbandona all’ennesima minimizzazione dei crimini nazional-socialisti. «Hitler e i nazisti — dice il presidente di AfD — sono solo un piccolo schizzo di cacca d’uccello sui mille annidi Storia tedesca». E per meglio spiegarsi, aggiunge: «Solo chi conosce la sua Storia può plasmare il futuro. Si, riconosciamo la responsabilità di quei dodici anni, ma sono solo una piccola parte della ricca Storia tedesca». Ce n’è abbastanza per sollevare sdegno e allarme, in un Paese che da mesi registra ogni giorno nuovi episodi di antisemitismo e che da quando AfD è entrata in Parlamento assiste a un sistematico stillicidio di frasi ambigue, atteggiamenti intolleranti, provocazioni aperte. «Cinquanta milioni di morti nella Seconda guerra mondiale, l’Olocausto e la Guerra totale sono per Gauland e il suo partito solo una cacca d’uccello. Ecco il vero volto dell’AfD dietro la sua maschera per bene», ha scritto in un tweet il segretario generale della Cdu, Annegret KrampKarrenbauer. Per il suo omologo della Spd, Lars Klingbeil, le dichiarazioni di Gauland sono «una paurosa relativizzazione del nazismo» ed «è una vergogna che gente così segga nel Parlamento federale». Secondo il leader dei Verdi, Robert Habeck, quella del leader di AfD non è solo un’altra provocazione, ma «parte di un’evoluzione sistematica verso un partito ultranazionalista e nostalgico». Non è la prima volta che il nostro e altri esponenti di AfD si esibiscono sul terreno negazionista. In settembre, in campagna elettorale, Gauland dichiarò che i 12 anni del nazismo «non hanno più nulla a che fare con la nostra identità di oggi». E soprattutto rivendicò il diritto ai tedeschi di oggi di «essere orgogliosi delle imprese dei nostri soldati durante due guerre mondiali». All’ultimo congresso della Junge Alternative, un altro dei caporioni del partito, Björn Höcke, attuale leader del gruppo parlamentare, disse che «la Germania ha bisogno di una svolta di 180 gradi nella sua memoria».