4 Giugno 2020

Prossima manifestazione anti-governativa promossa da una rete di ultrà neofascisti

Fonte:

La Repubblica

Autore:

Paolo Berizzi

“Pronti alla battaglia” Gli ultrà neofascisti sfidano il governo

Arrivano al raduno del Circo Massimo con slogan minacciosi E con un piano: cavalcare le tensioni sociali post coronavirus

“E Roma sia, stiamo arrivando merde!”. “Le piazze diventeranno il vostro incubo”. “Preparatevi alla battaglia”. E ancora. “Partiamo dalle curve per infiammare le strade”. “Monta la rabbia, l’onda nera pronta alla battaglia”. “Andiamo a Roma così, poi vediamo se il governo non cade subito”. Slogan corredati da fotografie di rivolte e scontri. E da un’istruzione per l’uso: “Scegliere la mascherina!” (immagini di vari modelli di passamontagna, ndr). Al netto della retorica tribale degli ultrà, il messaggio è dritto. Basta sfogliare la pagina Facebook “Dalle curve alle piazze”: è tutto lì. Ma a preoccupare non è solo e tanto ciò che scrivono sui social (proclami minatori anche contro polizia e carabinieri). A preoccupare è quello che potrebbero davvero provare a fare, e che ovviamente non dicono. Men che meno alla questura di Roma. Alla quale, in teoria, avrebbero già dovuto chiedere l’autorizzazione a manifestare (ma nessuno, ieri sera, si era ancora fatto vivo a via San Vitale). Eppure la manifestazione anti-governativa a Roma dei Ragazzi d’Italia — un network di gruppi ultrà neofascisti che unisce le curve più a destra del panorama del calcio italiano — è confermata: appuntamento sabato alle 15 al Circo Massimo. Un luogo simbolico. Casualmente, lo stesso dove il 4 luglio si riunirà, sempre per protestare contro il governo Conte, la destra sovranista di Fratelli d’Italia e Lega (già all’assalto del 2 giugno con i gilet arancione di Pappalardo). Sull’annunciata discesa in campo (politico) degli ultrà —Repubblica ne ha dato notizia il 20 maggio spiegando il caso, finora unico, di sconfinamento delle curve dagli stadi alla piazza. senza precedenti nei quasi sessant’anni di storia degli ultrà italiani — grava una nebulosa di informazioni. E qualcuno, tra gli operatori di polizia, la ritiene, sperando di sbagliarsi, «non un bel segnale». Che raduno sarà quello del Circo Massimo? «Ci stiamo lavorando», si limitano a dire in questura. Ufficialmente l’unico dato in mano alla Digos è che un fronte formato da ultrà e militanti politici ha deciso — l’annuncio risale a metà maggio — di radunarsi a Roma. Con in mente un piano: provare a cavalcare le tensioni sociali e la protesta politica post-coronavirus. Da protagonisti. «La nostra è una manifestazione contro la politica. Gli ultrà ci hanno aiutato a diffondere questo messaggio. Siamo ragazzi italiani, cittadini comuni di ogni tipo che sono stanchi di essere presi per il culo». Parole di “Aquila”: alias di Stefano Paderni, da Passirano, Brescia. Uno dei capi della fazione più nera della curva nord bresciana, assieme al già daspato Enzo Ghidesi. La Nord dove si posizionano anche i camerati di Brigata Leonessa. Dei “Ragazzi d’Italia” (filorussi come molti neofascisti italiani) “Aquila” Paderni è uno dei portavoce. Da loro, e dai militanti neonazisti del Veneto Fronte Skinhead, è nata l’idea di riunire a Roma le tifoserie di estrema destra. Per dare un “segnale forte” al governo e al “sistema”. Il passaparola ha preso piede: Varese, Verona, Padova, Udine, Genova, Bologna, Piacenza, Torino, Milano, Ascoli. E Roma. Nella capitale è data per certa l’adesione degli Ultras Lazio (eredi degli Irriducibili di Fabrizio Piscitelli). A loro potrebbero unirsi anche esponenti delle frange più nere della Sud romanista. Tra i gruppi ultrà di Lazio e Roma la presenza dell’estrema destra è capillare: Forza Nuova e CasaPound hanno solidi punti di riferimento, sugli spalti raccolgono militanti. E così pure la neonata Rete delle comunità forzanoviste (gli scissionisti di FN) e le altre sigle delle teste rasate romane (Avanguardia e Rivolta Nazionale, del neonazi Simone Crescenzi). Braccia tese e svastiche, razzismo e antisemitismo: è la politica delle curve in fondo a destra. Dove si schierano anche militanti di movimenti come Lealtà Azione (Milano) e Fortezza Europa (Verona) — ne abbiamo parlato in altre occasioni. Adesso il nuovo nemico è il governo, sull’onda del disagio legato alla crisi economica post Covid. I capi ultrà fomentano *** disoccupati, lavoratori in crisi, populisti da strada. “La classe politica dovrà pagarla, ma non faremo sconti nemmeno alle forze dell’ordine”: sempre dalla pagina Dalle curve alle piazze. La chiamata a raccolta è un volantino. “Sabato 6 giugno ore 15 Circo Massimo. È il tempo di lottare, di urlare la tua rabbia”. Ragiona Maurizio Marinelli, docente di sociologia dello sport all’università di Brescia, già direttore del Centro studi della polizia: «Il passaggio degli ultrà dalle questioni del calcio alla politica è un segnale. Se si dovesse arrivare a una fase più avanzata, potrebbe trasformarsi in un fattore di rischio sociale».