30 Marzo 2024

Presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia: “La senatrice Segre dubita che si possa chiamare genocidio, perché c’è una esclusiva riservata alla loro lobby”

“La senatrice Segre dubita che si possa chiamare genocidio, perché c’è una esclusiva riservata alla loro lobby”. Così Mohammed Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, si è espresso parlando al megafono al presidio di oggi in piazza Duca D’Aosta a Milano. Con “più di 130 mila fra uccisi e feriti, no, non può essere chiamato genocidio perché le vittime sono palestinesi”.

Liliana Segre, ha aggiunto il presidente Api a margine del suo intervento, “minimizza l’immensità del danno dello sterminio dei cittadini palestinesi a Gaza”, mandando così “indirettamente un messaggio a Netanyahu”. Il termine genocidio è quindi “un’esclusiva per la lobby sionista in Italia. Il genocidio è uno, quello dell’olocausto. Il resto possono chiamarlo massacro ma non genocidio”.

“È evidente – la replica del consigliere comunale di Milano Daniele Nahum su X – che qualche problema di antisemitismo e di negazionismo questo tizio ce l’ha. Chi fa politica e partecipa a queste manifestazioni dovrebbe farsi un esame di coscienza. Perché è evidente che queste parole non difendono la causa palestinese ma sdoganano l’antisemitismo”.

Polemiche anche per le parole di Franca Caffa, 985enne militante di sinistra, dal palco durante la manifestazione dei palestinesi. “Ahimè non c’è più Giorgio Forti, fondatore dell’Associazione ebrei contro l’occupazione. Io mi oriento secondo il suo pensiero: ci sono delle speculazioni. Io non penso che la Brigata Ebraica abbia titolo per partecipare al corteo del 25 Aprile”.

La stessa Caffa ha difeso poi Segre dalle accuse: “Non penso che non abbia una posizione chiara su Gaza. Penso che con tutta la sofferenza che lei ha espresso abbia preso posizione contro il massacro di cui è responsabile Israele e il governo Netanyahu”.

Anche sul 25 Aprile molte le prese di posizione. “Su una cosa sono d’accordo con Franca Caffa – ha replicato ad esempio Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica- : siamo di fronte a venti di follia. E lei ne è pienamente parte con il suo atteggiamento negazionista di chi vuole cancellare le gloriose pagine della Brigata Ebraica dal libro della Resistenza”.

“Così facendo dimostra una ossessione antiebraica e antistorica degna del peggiore stalinismo e nazifascismo – spiega ancora Romano -. Il contributo della Brigata Ebraica, 5mila sionisti che volontariamente vennero a opporsi al nazifascismo in Europa invece di starsene comodi a casa loro, è stato riconosciuto da tutti: da Bertinotti a Meloni, passando per il presidente Mattarella. Liberissima lei di pensare quello che vuole, ma si ricordi che può farlo perché vive in un Paese democratico. Se lei e i suoi amici fossero al governo, non avremmo altrettanta libertà”.

 

Fonte dell’immagine: ANSA