22 Ottobre 2022

Presentato il Rapporto “Le discriminazioni nel mondo dello sport”

È stato presentato a Roma, ieri 20 Ottobre, presso il Centro Congressi Cavour, il rapporto “Le discriminazioni nel mondo dello sport”. Si tratta di un rapporto pilota frutto della collaborazione tra Unar, UISP APS e Lunaria, nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale contro le Discriminazioni nello sport, nato nel 2020 con l’obiettivo di monitorare le discriminazioni in ambito sportivo, dedicando una particolare attenzione allo sport di base, e promuovere attività di sensibilizzazione per prevenirle.

Il rapporto dell’Osservatorio raccoglie i risultati di un’attività di monitoraggio condotta tra il giugno 2021 e il giugno 2022, grazie al lavoro congiunto di dieci antenne territoriali di UISP, l’osservatorio di Cronache di Ordinario Razzismo curato da Lunaria e il servizio antidiscriminazioni gestito da Unar.

L’obiettivo è stato quello di far emergere le discriminazioni in ambito sportivo, anche quelle che spesso rimangono sottotraccia. E’ stato ideato e testato un nuovo sistema di monitoraggio e di archiviazione dei casi di discriminazione in ambito sportivo, tenendo conto delle esperienze e dei sistemi di monitoraggio e di classificazione dei tre enti coinvolti. La formazione degli operatori locali UISP ha preceduto la raccolta dei dati e la loro elaborazione. Complessivamente sono stati rilevati e analizzati 211 casi, classificati in discriminazioni, violenze fisiche, violenze verbali e danni alle cose.

Gran parte delle discriminazioni tendono a rimanere nell’invisibilità e i curatori del rapporto evidenziano il carattere sperimentale del lavoro svolto, condotto in una fase in cui le attività sportive di base sono state ancora fortemente condizionate dall’evoluzione della pandemia da Covid 19.

I moventi più ricorrenti delle discriminazioni documentate fanno riferimento alle origini nazionali o ‘etniche’ (40,3 %) e ai tratti somatici delle vittime (37,9%). Tra gli altri moventi rilevati: il genere (10%), lo stato di abilità (3,8%), l’appartenenza religiosa e l’orientamento sessuale (1,4%).

Per quanto riguarda gli autori delle discriminazioni, è emersa la prevalenza di gruppi di tifosi (36,5%), giocatori (31,8%), altri (10%), dirigenti sportivi (9,5%).

Rispetto alle denunce delle discriminazioni subite, va detto che il 20% ha deciso di non denunciare, il 66% ha denunciato alle autorità competenti, il 14% ha deciso di denunciare pubblicamente l’accaduto.

Se questo è il quadro, che fare? Il Rapporto si conclude con alcuni suggerimenti di lavoro, proponendo innanzitutto di introdurre una sorta di ‘obbligo’ di segnalazione delle discriminazioni all’UNAR da parte degli operatori sportivi. Si propone anche di sviluppare iniziative culturali e sportive contro le discriminazioni; di adottare una riforma della legislazione sulla cittadinanza e delle norme di diritto sportivo che escludono gli atleti e le atlete privi di cittadinanza italiana dalle competizioni internazionali; la promozione di ampie campagne di sensibilizzazione che coinvolgano il mondo dell’informazione e della scuola.