Fonte:
Italia Oggi
Autore:
Antonio D’Anna
Il neo porporato Tobin avrebbe dovuto stroncare l’antisemitismo di Radio Maria polacca ma non ha cavato un ragno dal buco
Come dimostra il carteggio Vaticano-Usa rivelato da Wikileaks
Sua Eminenza Joseph William Tobin? Il neoporporato Redentorista voluto da Papa Francesco ha anche dovuto occuparsi di antisemitismo con scarsi risultati. Era appena il 20 settembre 2007 quando, cablo 07VATICAN139_a di Wikileaks alla mano, da superiore dei Redentoristi incontrò l’inviato del Dipartimento di Stato Usa per l’Olocausto Christian J. Kennedy per discutere il caso di padre Tadeusz Rydzyk, direttore della Radio Maria polacca, il quale aveva detto che gli ebrei in Polonia e all’estero fanno parte di un’«industria dell’Olocausto» e che l’allora presidente polacco fosse nelle mani della lobby ebraica. Tobin, definito «americano di grande esperienza», prima disse all’ambasciatore Kennedy che per effetto del forte decentramento dei Redentoristi poteva agire contro Rydzyk, ma con prudenza; che i vescovi polacchi comunque sostenevano il boss di Radio Maria Polonia e di aver chiesto all’allora ambasciatore israeliano in Vaticano di fornirgli le trascrizioni delle trasmissioni incriminate, trascrizioni in quel momento non ancora ricevute. «Parla in codice», spiegò Tobin a Kennedy, per cui gli ascoltatori lo capiscono benissimo ma senza che Rydzyk usi un linguaggio censurabile. Dopo aver assicurato l’invio di due assistenti in Polonia per seguire la vicenda, Tobin rivelò: l’ho mandato a chiamare e gli ho chiesto di dirmi la verità, ma Rydzyk ha negato per tre volte di aver fatto in radio dichiarazioni antisemite. E si disse di essere rimasto scontento della foto che immortalò nell’agosto di quell’anno Rydzyk insieme a Benedetto XVI, spiegando che: «Il Papa sa che lo voglio incontrare per queste vicende». Sembra che la foto, sottolinea il cablo, fosse stata fatta contro la volontà di Tobin e senza dare certo una mano al Papa. Ma c’è di più. Kennedy in quell’occasione incontrò anche il futuro Segretario di Stato Pietro Parolin. E sulla questione Rydzyk, Parolin in sostanza scaricò il capo della Radio Maria polacca e con lui Tobin. Spiegò, ripetendo le parole dell’allora Segretario cardinale Tarcisio Bertone, che quella era una questione interna alla Polonia e che la Santa Sede non poteva intervenire direttamente, ricordando che l’allora presidente dei vescovi polacchi Michalik aveva prima detto che questa radio non poteva trasmettere osservazioni del genere. A questo punto Kennedy aveva obiettato ricordando che, poco dopo aver detto questo, sempre Michalik aveva pubblicamente elogiato Radio Maria Polonia. E chiedendo una comunicazione più esplicita. Questo il commento finale: «Parolin, malgrado la sua tipica cautela di espressione, assicura che la politica estera vaticana farà maggior attenzione al profilo internazionale di Radio Maria». E Tobin? «Ne è uscito come un uomo pratico e responsabile che ha la volontà di prendere le decisioni adeguate per richiamare Rydzyk – a condizione di fargli capire che esiste chiaramente un caso. A tale scopo speriamo che l’Ambasciata Usa di Varsavia e il Dipartimento di Stato possano fornire prove più concrete di tali dichiarazioni di Radio Maria». Sapete com’è finita? Tobin cardinale, Rydzyk ancora a Radio Maria Polonia. Definita nel 2008 dal Dipartimento di Stato yankee: «Una delle realtà mediatiche più sfacciatamente antisemite». A proposito: l’11 settembre scorso Rydzyk ha visitato l’ambasciata israeliana in Polonia. Che si sono detti? Secondo la pagina Facebook dell’ambasciata israeliana Rydzyk ha detto di essere stato in Israele più volte, di apprezzare gli israeliani per cucina, cultura, paesaggi e notevoli risultati dei loro scienziati, oltre al multiculturalismo locale. Praticamente una super-cazzola.