Fonte:
Moked.it
“Manifesto della Razza, pagina infamante per l’Italia”
“La più grave offesa recata dalla scienza e dalla cultura italiana alla causa dell’umanità”.
Queste le parole scelte oggi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ricordare l’infame Manifesto della razza che, 80 anni fa, fece da apripista alla promulgazione in autunno delle Leggi razziste antiebraiche da parte del fascismo.
“La aberrazione dell’affermazione della supremazia di uomini su altri uomini considerati di razze inferiori, la volontà di dominio che esprimeva, la violenza, segregazione, pulizia etnica che portava con sé – ha detto il Capo dello Stato – avrebbero segnato nel profondo la storia del XX secolo e, con essa, la coscienza dei popoli”. Le responsabilità degli intellettuali che lo sottoscrissero, e dei larghi settori della società italiana che assistettero indifferenti a questo scempio dei diritti di cittadini italiani, ha aggiunto Mattarella, “non possono essere taciute”.
“Sperimentate con le misure attuate nelle colonie africane nei confronti di quelle popolazioni, le Leggi razziste, nonostante le robuste radici umanistiche e spirituali della millenaria civiltà italiana, portarono alla feroce persecuzione degli ebrei, presupposto di ciò che, presto, sarebbe divenuto l’Olocausto. Allo stesso modo – sottolinea Mattarella – si accanì contro Rom e Sinti, e anche quelle mostruose discriminazioni sfociarono nello sterminio, il porrajmos, degli zingari”.
Una pagina che definisce “infamante, riscattata con la solidarietà di pochi durante le persecuzioni, la lotta di Liberazione, con la Costituzione repubblicana, con il sangue, il sacrificio, l’unità del nostro popolo attorno a ideali di eguaglianza, democrazia, pace e libertà”.
Il veleno del razzismo, il monito del Quirinale, “continua a insinuarsi nelle fratture della società e in quelle tra i popoli”, crea barriere e allarga le divisioni”. Compito di ogni civiltà, prosegue, è di evitare che si rigeneri. Perché le libertà, la pari dignità, il rispetto per l’altro, la cooperazione, l’integrazione e la coesione sociale “sono le migliori garanzie di un domani di armonia e progresso”.
Conclude Mattarella: “Ogni teoria di razza superiore, o di razza accompagnata da aggettivo diverso da umana, non deve più avere cittadinanza: ciò che è accaduto rappresenta un monito perenne e segna un limite di disumanità che mai più dovrà essere varcato”.