28 Marzo 2024

Parla il rettore dell’Università di Genova minacciato dagli estremisti pro pal

Fonte:

La Stampa

Autore:

Silvia Pedemonte

“La violenza non Può essere mai tollerata E la collaborazione con Israele va avanti”

«L’ Università luogo del dialogo, del confronto. Abbiamo accolto la richiesta, presentata con toni civili dagli studenti di Cambiare Rotta, ascoltando un loro rappresentante in Senato Accademico. Ma la violenza no, non può essere tollerata: collettivi di studenti mi hanno insultato, spintonato. E questo non è accettabile». Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova, ha il viso tirato mentre la Digos lo scorta fuori dalla riunione, martedì mattina, dopo una protesta che è degenerata: i manifestanti hanno sfondato una porta, interrompendo il Senato Accademico.

Si aspettava una contestazione del genere?

«Il momento è molto difficile in tutte le università, lo stiamo vedendo. Gli Atenei sono in prima linea e hanno il dovere di guidare la società verso una maggiore coesione. Noi siamo sempre per il dialogo, non accettiamo in alcun modo, invece, toni e modi violenti».

“Delfino sciacallo incravattato servo dello Stato”, queste le scritte comparse in Ateneo.

«Una violenza verbale che, ripeto, certo non è dialogo. Con chi usa toni civili ci confrontiamo e, infatti, abbiamo fatto entrare uno studente per ascoltare le motivazioni della protesta. Altra cosa è spaccare una porta e interrompere il Senato Accademico».

Chi manifesta chiede che l’Università non aderisca al bando Maeci di collaborazione Italia-Israele. Cosa risponde?

«La nostra posizione, come UniGe, è quella di non interrompere alcuna collaborazione. Le relazioni sono di natura scientifica, sono ponti culturali che propugnano anche il valore della pace».

È questo che avete confermato in Senato Accademico?

«È stato ribadito anche da diversi professori che gli accordi sono preziosi soprattutto in momenti come questi perché facilitano quella che viene chiamata diplomazia scientifica e culturale che può contribuire a quei processi di pace che noi tutti auspichiamo».

Ha parlato con i 14 docenti che hanno firmato l’appello, sottoscritto in tutta Italia da duemila professori, per chiedere lo stop al bando per la cooperazione Italia e Israele?

«La comunità accademica è ampia, non ho mai negato la possibilità di un incontro e di un confronto a nessuno».

Dopo quanto accaduto ha ricevuto solidarietà continua, dal ministro Annamaria Bernini alle istituzioni liguri, passando per la politica e per tanti docenti, studenti, personale dell’università.

«Gli attestati di vicinanza si sono susseguiti, arrivando da tantissime parti, iniziando dai colleghi rettori che ringrazio. Il momento per le nostre università è complesso, io credo nella forza del dialogo. E i tanti messaggi mostrano che i più mi sostengono, lavorando in silenzio, accanto a me».

Photo Credits: La Stampa