21 Aprile 2023

La presidente dell’UCEI Noemi Di Segni commenta le recenti dichiarazioni del ministro Lollobrigida

Noemi Di Segni: “Il fascismo va riconosciuto come male, il governo abbia coraggio e chieda scusa”
La presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche: «Leggi razziali un abominio. Meloni segua l’esempio dei tedeschi e ammetta la responsabilità del regime»

Giorgia Meloni e il governo italiano deve chiedere scusa per i mali commessi durante il fascismo. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, lancia un appello in vista del 25 aprile, chiede un atto di coraggio come quello compiuto in Germania.

Il ministro Francesco Lollobrigida ha parlato di sostituzione etnica. E lo ha fatto il giorno dedicato al ricordo delle vittime Shoah.

«Già normalmente sono parole che stonano, sono apparse ancora più fuori luogo mentre eravamo ad Auschwitz con il presidente della Repubblica e con gli studenti acercare di trasmettere una memoria attenta e rispettosa nel giorno del ricordo delle vittime della Shoah. Abbiamo vissuto una profonda mancanza di sintonia tra il presidente della Repubblica, che ha fatto una scelta politica molto importante — essere presente ad Auschwitz, il cimitero più grande terribile e maledetto che esiste sulla terra e chi, invece, rappresenta un’istituzione in Italia e mentre partecipa a un evento che riguarda tutt’altro parla di argomenti che esulano dalla sua delega politica».

Il ministro Lollobrigida ne ha parlato riferendosi al calo delle nascite in Italia e alle difficoltà legate all’aumento dell’immigrazione

«Tutti penso che condividiamo l’esigenza che l’Italia adotti politiche che favoriscano la natalità. Ma questo tema non ha nulla a che fare con l’immigrazione e ci urta che questi due argomenti vengano abbinati usando termini che denotano una insensibilità rispetto a quello che è accaduto in questo Paese e che offendono in modo profondo il nostro passato, quando si voleva sostituire noi con altri migliori, puri. Stiamo parlando di una responsabilità anche italiana, il fascismo ha collaborato con il nazismo approvando le leggi razziali che prevedevano questa sostituzione. Mi aspetto che una persona che è ai livelli più alti delle istituzioni italiane non solo non dica quelle parole ma che ammetta che l’Italia ha una responsabilità per quello che è accaduto».

Si aspettava un atteggiamento diverso da questo governo? In fondo Giorgia Meloni si è mostrata commossa durante la cerimonia dell’Hanukkah e ha incontrato il primo ministro dello Stato di Israele.

«Il tema dell’antisemitismo non si esaurisce così, non si può avere approccio selettivo, bisogna affrontare la vicenda nella sua interezza che è fatta anche di un tema storico, è fatta anche di fascismo. Da parte di questo governo ci sono già state dichiarazioni molto gravi e altre ce ne saranno in futuro. È evidente che dobbiamo fare un percorso insieme, è una responsabilità non solo verso gli ebrei ma anche per gli italiani. I tedeschi hanno fatto il loro percorso, il 19 aprile alla cerimonia di Varsavia in occasione della rivolta del ghetto per la prima volta è venuto il presidente tedesco a chiedere scusa per i crimini nazisti. Mi aspetto lo stesso coraggio dalle più alte cariche italiane».

Vuole che Giorgia Meloni e gli altri esponenti del governo chiedano scusa?

«Devono capire che il fascismo ha fatto cose gravissime a partire dalle leggi razziali e devono capire che è stato un male assoluto per tutta l’Italia. Giorgia Meloni ha detto che leggi razziali sono state un abominio ma ha mancato di dire che l’ha fatto un governo fascista. Le leggi non nascono da sole, qualcuno le ha volute e le ha firmate. Ben venga la nomina di un coordinatore per la lotta contro l’antisemitismo, ma il governo deve essere consapevole di quello che è accaduto davvero e deve avere il coraggio che hanno avuto i tedeschi».

In questi mesi ci sono state molte dichiarazioni fuori tono e fuori anche dalla storia, dalle Fosse Ardeatine a via Rasella. È in atto un processo di revisionismo da parte del governo?

«Alle Fosse Ardeatine c’erano tutte le cariche istituzionali più alte, andare e non rendersi conto di chi sono state le persone trucidate è grave. Quando si partecipa a una cerimonia è perché si crede in quello che si sta facendo, sono una forma che deve esprimere sostanza. Lo stesso vale per le altre dichiarazioni. Non so, però, se si può parlare di un piano premeditato. Di sicuro è una leggerezza che aleggia, è una banalizzazione. Se non si coglie la gravità di questa leggerezza si arriverà al revisionismo. Se si legittima una leggerezza, qualcuno può approfittarne per diffondere queste teorie. Se si legittima la sottovalutazione si legittima sempre di più l’antisemitismo. L’effetto è evidente negli episodi che riscontriamo sulla rete con la mancanza di rispetto di chi ha una religione diversa che riguarda gli ebrei, e non solo. Il passaggio dalla rete alla realtà è facile».

Vi aspettate altre polemiche per il 25 aprile?

«Il 25 aprile è una giornata di festa che deve interessare qualsiasi cittadino italiano. Dall’esecutivo dichiarazioni gravi ora bisogna fare un percorso insieme gna festeggiare, però, con il massimo senso di consapevolezza. E la giornata in cui l’Italia è stata liberata da un male terribile che è il fascismo e che va riconosciuto come male non è stato un avvicendamento qualsiasi da un governo all’altro. L’appello, quindi, a tutti quelli che ricoprono cariche istituzionali è di essere attenti e coerenti in questa giornata, di ammettere le responsabilità del fascismo e di sapere da che cosa è stata liberata l’Italia. In questi giorni in cui si parla di sostituzione etnica va messo in evidenza che anche la brigata ebraica ha combattuto per liberare l’Italia. Grazie a Dio quegli ebrei non solo non sono stati sostituiti ma sono venuti a salvare anche chi ha ora il coraggio di parlare offendendo la memoria».

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