11 Luglio 2017

Neofascismo nel web

Fonte:

La Stampa

Autore:

Federico Capurso

Così la galassia nera e Mussolini sono diventati un brand su Facebook

Pagine e gruppi sul social network, per vendere un’affiliazione o una merce

ROMA Benito Mussolini è ora in diretta», avvisa Facebook, in un pomeriggio qualunque del 2017, riportando il video di un discorso del Duce dal balcone di piazza Venezia. Si passa quindi a Instagram, il social network della fotografia, e un “sondaggio sponsorizzato” da Mussolini in persona si impone categorico alla vista dell’utente: «Vorreste il ritorno del Duce?». Se si risponde, si può vincere l’Agenda storica, promette l’inserzione. La nuova frontiera dei nostalgici del Ventennio è in Rete. Un florido sottobosco di pagine, siti e blog, che negli ultimi anni ha raccolto migliaia di simpatizzanti e i numeri, anche se non emergenziali, sono in crescita. La proposta di legge del Pd, ora in discussione alla Camera, si propone di punire con il carcere da sei mesi a due anni la propaganda del regime fascista e nazifascista. E per arginare il proliferare dell’ideologia nera online, la pena è aumentata di un terzo se il reato viene commesso via web. I social network, d’altronde, sono diventati il primo veicolo di diffusione di queste idee, come testimoniano le migliaia di pagine e gruppi Facebook dedicati al Ventennio e ai suoi protagonisti. Luoghi virtuali che si guadagnano le simpatie degli utenti grazie a un approccio sempre più multimediale, con video e foto pubblicate ogni giorno. Materiale, questo, che viene spesso riadattato ai temi mediatici del momento. «No allo Ius Soli», può capitare di veder dire a Mussolini. E ancora: «Mussolini a differenza dei nostri politici», come recita il titolo di una delle centinaia di pagine Facebook a lui dedicate. Una modernità affiancata sempre, però, al ricordo pungente di «quando c’era lui». Il nome “Benito Mussolini” rimane ovviamente il brand di punta sui social network, come testimoniano i 140 mila fan di un omonimo profilo e le centinaia di altre pagine e gruppi a lui intitolati. Di riflesso, però, anche chi non è strettamente legato al nome di Mussolini inizia ora a riscuotere un relativo successo online. Come «Rivoluzione fascista», con più di 30 mila seguaci, tra le prime ad utilizzare i “video in diretta”, tra i quali si segnala la quattro ore di “santa messa live” celebrata a Predappio in ricordo di Mussolini dal prete fascista don Giulio Tam. Ci sono i “Giovani Fascisti Italiani”, nati su Facebook appena due anni fa, ma che contano già oltre 86 mila fan. O la pagina “Laziale e fascista”, che lega alla fede calcistica quella politica, con quasi 90 mila utenti registrati. Su Instagram, il social network della fotografia, spunta persino il profilo «ufficiale» di Benito Mussolini. Il gestore pubblica foto commentandole in prima persona: «Un mio ritratto datato 1924. Olio su tela», si legge nella didascalia di un dipinto che ritrae Mussolini a cavallo. E ovunque, tra i virtuali avventori fascisti, è un tripudio di saluti romani e autoscatti con in mostra il tatuaggio del Duce. La passione politica, così, può diventare business. Predappio, paese natale di Mussolini, è un concentrato di negozietti con in vendita prodotti fascisti. Molti di loro, come Ferlandia, sono stati tra i primi ad aprire anche online. II catalogo è vasto: dall’acqua di colonia di Predappio, con tappo di legno del Duce, alle bottiglie di «vino Nero». Poi c’è chi, da vero fascista 2.0, dopo aver ottenuto migliaia di fan sui social network ha smesso di pubblicare foto del Duce, preferendogli la pubblicità dei siti acchiappa-clic. O chi, come i già citati “Giovani fascisti italiani”, dalla propria pagina Facebook pubblica foto di gadget e abbigliamento in vendita, rimandando anche al sito Duxstore.it. Per sapere il prezzo di un goliardico manganello, però, il gestore chiede di «essere contattato in privato, camerata».