21 Aprile 2023

Napoli, il prefetto Giuseppe Pecoraro illustra le sue linee di contrasto all’antisemitismo

Fonte:

Il Mattino edizione di Napoli

Autore:

Giuseppe Crimaldi

«Stop all’antisemitismo dentro e fuori gli stadi»

«Ora installiamo in tutte le scuole la dichiarazione per la memoria dell’olocausto governo d’accordo»

LA PROPOSTA

«Contro l’antisemitismo finora sono state dette molte, forse anche troppe parole. Ora è il momento di passare ai fatti, alle cose concrete: per questo bisogna diventare operativi. Subito». Parte con le idee chiarissime Giuseppe Pecoraro, nominato a gennaio dal governo Commissario contro l’antisemitismo: alla presentazione del libro di Piero Antonio Toma, “Il silenzio dei giusti”, che si è svolta presso l’Istituto di cultura meridionale, l’ex prefetto di Roma ha anticipato le linee del suo mandato.

L’AFFONDO

Isolare gli antisemiti, principio numero uno. «Quando sento parlare di “lotta” per combattere il fenomeno – spiega durante il dibattito moderato dall’avvocato Gennaro Famiglietti – mi chiedo cosa abbiano prodotto 80 anni di lotta. L’Italia purtroppo sta indietro e ha bisogno di ricette nuove, perché continuare a studiare il fenomeno non basta più». Antisemitismo e razzismo, le facce della stessa medaglia. Per questo il prefetto vuole invertire la rotta puntando su due obiettivi: «La scuola, che è cultura e forma i ragazzi, e poi lo sport. È su questi segmenti che si deve agire: perché quando vado allo stadio e sento i cori che inneggiano alla morte dei napoletani sotto la lava del Vesuvio, oppure i cori contro un calciatore di colore, allora mi chiedo se basti emanare una sanzione alla società. E che cosa abbiamo risolto? Niente. Né può bastare uno slogan esibito dall’Uefa che esorta a non essere razzisti». Poi la notizia: «Poiché non è con una multa di l0mila euro alla società sportiva che si risolvono queste vergogne, ho già parlato con il ministro dell’Interno per proporre di adottare una misura drastica: in questi casi interrompiamo le partite. E l’unico modo per isolare razzisti e violenti, persone non degne di stare negli stadi. Se non lo faremo i 100 potranno diventare mille, poi diecimila…».

LE SCUOLE

Ugualmente concreta e innovativa è la proposta lanciata per formare i giovani ad una coscienza consapevole e costruttiva: «Giorni fa ho incontrato il Governatore del Veneto Zaia, che ha deciso di installare all’ingresso di ogni istituto scolastico la dichiarazione dell’IHRA sull’antisemitismo. Vo glio esportare al resto d’Italia questa ottima iniziativa: questa è la linea del governo e io intendo perseguirla». Questo il testo redatto dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, adottata anche dall’Italia: «L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto».

IL DIBATTITO

Ricco di contributi il dibattito intorno a questi temi, nel salone dell’Istituto di cultura meridionale, ieri affollatissimo. Presenti la presidente della Comunità ebraica di Napoli, Lidia Shapirer, i vertici del comando provinciale dell’Arma, della Finanza e dei Vigili del Fuoco. Il dibattito sul libro di Toma è stato arricchito dagli interventi del prefetto di Napoli, Claudio Palomba, del neo Commissario alla Cybersicurezza, Bruno Frattasi, del senatore Sergio Rastrelli, della scrittrice Miriam Rebhun e del giornalista e storico Nico Pirozzi. In rappresentanza del sindaco Manfredi, assente per impegni all’estero, ha partecipato Andrea Mazzucchi, delegato per i rapporti ai culti religiosi. Con un videomessaggio è intervenuta anche Yael Rubinstein, ambasciatrice di Israele presso la Rappresentanza Permanente dell’Onu, che ha ricordato come «la Shoah, che ha rappresentato uno dei più vergognosi capitoli della storia, è uno spettro che rischia di ricomparire: oggi gli ebrei sono presi di mira soprattutto per quanto accade in Medio Oriente e questo clima minaccia tutte le comunità ebraiche del mondo. Non dobbiamo permetterlo».