Fonte:
InterNapoli
Autore:
Antonio Sabbatino
Per Daniele Coppin, consigliere della comunità ebraica, il video dello scontro a Taverna Santa Chiara, “getta un’ombra su Napoli, città di grande tolleranza e rispetto delle diversità dove mai nessuno è stato discriminato, perseguitato per la sua etnia, religione o nazionalità“. In quel video, secondo Coppin, “emerge un’ostilità da parte della ristoratrice. Anche il termine, detto con disprezzo “sionista, mescolando nazionalità con una ideologia politica-il sionismo è un movimento che si proponeva di dare una Patria al popolo ebraico e quindi non ha a che fare con la Nazionalità“.
L’accusa di antisemitismo contro la ristoratrice Nives Monda
L’accusa di antisemitismo rivolta a Nives Monda, titolare della Taverna a Santa Chiara, come fatta da più parti, è pertinente? Il consigliere della comunità ebraica di Napoli risponde così: “L’accusa di antisemitismo va fatta nel momento in cui ci sono affermazioni contro gli ebrei in quanto ebrei e su questo ci andrei piano. Ma – è la convinzione di Coppin– c’è stata una discriminazione in base alla nazionalità senza sapere quale atteggiamento avessero verso il governo e il proprio Stato da parte di queste due persone. A nessuno verrebbe in mente di discriminare un russo per la guerra in Ucraina o un americano per la guerra in Vietnam. Quando si tratta di Israele viene adottato uno standard diverso“.
“Un clima di odio”
“L’episodio si inserisce in un clima più generale di odio che è scattato dopo il 7 ottobre 2023 come se fosse qualcosa di preordinato che colpisce non solo Israele e gli israeliani ma anche le comunità ebraiche. Proprio dal 7 ottobre noi ebrei siamo più prudenti. Siamo stati avvisati di non mostrare dei segni e dei simboli che possano far capire la nostra appartenenza all’ebraismo. E questo caratterizzata soprattutto determinati ambienti e zone della città che guarda caso sono le stesse in cui è avvenuto il fatto” conclude Daniele Coppin.