14 Marzo 2024

Lettera di proteste dell’UCEI all’università di Pisa per aver fatto inaugurare il nuovo anno accademico ad un estremista palestinese

Fonte:

Corriere Fiorentino

Autore:

Jacopo Storni

L’Ucei attacca l’Università di Pisa «Aizza l’odio, manca di lucidità»

Lettera delle comunità ebraiche per l’intervento di uno studente italo-palestinese

Le comunità ebraiche contro l’Università di Pisa «per la linea che favorisce unilateralità degli appelli, aizza l’odio e legittima la distorsione e il boicottaggio». A usare queste parole forti è la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Noemi Di Segni in una lettera al rettore Riccardo Zucchi dopo l’intervento di Anas Khalil, studente italopalestinese e figlio dell’imam cittadino, alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico, a inizio marzo, che aveva detto che «siamo di fronte a un genocidio in potenza» per i palestinesi. «Non ho letto né sentito sue esplicite prese di posizione sul diritto di Israele a esistere — dice Di Segni rivolgendosi al rettore —, sulla salvaguardia della scienza e dell’Accademia e sulla tutela degli studenti israeliani, sempre più isolati e impauriti». Poi aggiunge che «è venuto meno» quell’impegno portato avanti dalla cerimonia universitaria nel corso della quale, cinque anni fa, venne posta una lapide al centro del cortile de La Sapienza per ricordare la firma delle leggi razziali. Secondo Di Segni quell’impegno è stata «una parentesi durata 5 anni: troppo pochi rispetto agli 80 passati senza scuse e chissà quando nell’ateneo pisano ritornerà quella lucidità che consentirà di considerarne la ripresa». Riguardo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, il rettore ha replicato a Di Segni dicendo che, «dopo gli eventi in cui manifestazioni studentesche sono state interrotte con l’uso della forza, abbiamo sentito il bisogno di dimostrare che l’università è un luogo aperto alla libera e pacifica espressione delle opinioni, anche su temi delicati e divisivi. Per tale ragione è stato offerto uno spazio a gruppi studenteschi che in questi mesi e su varie questioni avevano presentato mozioni che verranno discusse nella riunione straordinaria del Senato accademico in programma il 14 marzo. Il gruppo Rompere l’Assedio ha accettato l’invito e un suo rappresentante, designato dal gruppo stesso, ha effettuato l’intervento a cui fa riferimento». Riguardo invece alla tutela degli studenti israeliani per cui Di Segni ha espresso preoccupazione, «gli studenti di origine israeliana, ebraica, palestinese e di ogni altra etnia o religione sono parte a pieno titolo della comunità universitaria pisana». E poi: «Peraltro durante la cerimonia di inaugurazione ho ribadito il mio sgomento per la strage dei civili israeliani dell’ottobre scorso e per la strage dei civili palestinesi attualmente in atto a Gaza, e in passato più volte abbiamo unito la voce del nostro ateneo a tutte le voci che chiedono l’immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi». Sul tema è intervenuto anche il console onorario di Israele Marco Carrai, che a suo dire sarebbe stato escluso dalla possibilità di parlare oggi al Senato Accademico in supporto di una mozione presentata per denotare la paura degli studenti ebrei e israeliani e di alcuni professori nel frequentare l’Università: «Il rettore — ha detto Carrai — mi ha risposto che nessun esterno può parlare al Senato Accademico dell’Università», eppure «all’indomani delle polemiche scaturite dall’intervento dello studente, aveva fatto un comunicato per dichiarare l’apertura a interventi esterni al fine di approfondire la tematica». Secca la replica del rettore: «La mozione sarà discussa alla presenza di tre persone interne all’università che l’hanno presentata, così prevede il regolamento, il console Carrai è invitato a venire a trovarmi quando vuole».