29 Maggio 2018

Leader di Lealtà Azione chiede scusa per il post Facebook antisemita

Fonte:

La Repubblica edizione di Genova

Post antisemita, il leader di Lealtà Azione denunciato, si scusa

Per Giacomo traverso gli ebrei sono “una lurida razza di mercanti dal naso adunco”, si muove la Digos e lui: “Io male interpretato”

Prima l’articolo sull’edizione genovese on line di Repubblica, poi la denuncia della Digos, infine la marcia indietro. Sono state 24 ore intense per Giacomo Traverso, leader genovese di Lealtà Azione. Autore di un post poi cancellato in cui, testualmente, descrive gli ebrei come una “lurida razza di mercanti dal naso adunco”. Concetto espresso all’interno di un “ragionamento” sulla strage di palestinesi ad opera dell’esercito israeliano avvenuta sulla striscia di Gaza dieci giorni fa. La Digos ha potuto denunciare Traverso per diffamazione aggravata dall’odio razziale grazie allo “screenshot” pubblicato da Repubblica, visto che il responsabile genovese di Lealtà Azione nella notte aveva cancellato il post. Un messaggio pubblicato da chi, nei giorni scorsi, ha organizzato la commemorazione dei caduti di Salò assieme al consigliere comunale Sergio Gambino incaricato dal sindaco e al capo gruppo di Forza Italia in Regione Angelo Vaccarezza; ha condiviso il tavolo dei relatori di convegni con l’assessore della Lega Stefano Garassino; ha cordiali relazioni con altri esponenti della destra istituzionale e (FdI e Lega) nonché con padre Melis, direttore della Fondazione Assarotti dalla quale Lealtà Azione ha ottenuto l’affitto di un locale in via Serra. Dopo la denuncia della Digos, Traverso ha precisato e formalizzato le sue scuse: “Con riferimento alle polemiche che in queste ore stanno investendo un mio personale intervento su Facebook, e non a nome dell’associazione che rappresento, relativo ai sanguinosi fatti accaduti in Medio Oriente nei mesi scorsi, sconfesso chiunque affibbi a tali mie dichiarazioni intenti antisemiti o simili. Si tratta di un’interpretazione fuorviante, essendo evidente invece che si è trattato di una radicale presa di posizione contro la politica israeliana in Palestina. Le espressioni utilizzate, pur forti, non avevano certo intento di fondare un discorso sull’appartenenza razziale. Mi scuso con chiunque si sia sentito offeso da quanto da me scritto”.