14 Ottobre 2016

La presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha commentato la risoluzione votata ieri dall’Unesco, che nega il legame tra l’ebraismo e il Monte del Tempio di Gerusalemme

Fonte:

Moked.it

La presidente Di Segni: “Unesco, su Gerusalemme voto aberrante”

“Con un voto sconcertante e fuori dalla storia, su cui anche l’Italia porta delle responsabilità, il Consiglio esecutivo dell’Unesco ha avallato la pretesa di alcuni paesi arabi di sradicare ogni riferimento alla radice ebraica dall’area della Città Vecchia di Gerusalemme in cui sorge il Muro Occidentale, il luogo più sacro agli ebrei di tutto il mondo. Gerusalemme, la capitale unica e indivisibile di Israele. Città nella quale oggi, tutte le fedi trovano il loro spazio, garantito dallo Stato, per professare liberamente il proprio credo”, così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha commentato la risoluzione votata ieri dall’Unesco, organizzazione delle Nazioni Unite dedicata alla tutela dei patrimoni artistici, che nega il legame tra l’ebraismo e il Monte del Tempio di Gerusalemme.

“Una decisione che non esito pertanto a definire aberrante – continua Di Segni –  e che non può passare nell’indifferenza dell’opinione pubblica, dell’intero governo Italiano e delle Istituzioni europee. Oggi più che mai è invece necessaria una corretta, e non distorta, lettura delle reali concatenazione storiche che hanno portato all’assetto attuale dei rapporti in Medio Oriente.

Nella risoluzione votata ieri a larga maggioranza dal Consiglio, ci si riferisce a questi luoghi soltanto con il nome indicato dalla tradizione islamica. Dei 58 paesi rappresentati nel Consiglio, soltanto sei si sono opposti. Voglio qui ricordarli: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Germania, Olanda, Lituania ed Estonia.

Questa risoluzione conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la totale sconnessione delle Nazioni Unite dagli obiettivi autentici e sinceri che hanno ispirato la sua costituzione nel Dopoguerra. Un’organizzazione che di unito non ha più nulla – conclude la presidente dell’Unione – e che nelle sue diverse ramificazioni si esprime sempre più come realtà politicizzata e appiattita, miope e incapace di farci sognare un futuro di pace e sicurezza”.

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