10 Luglio 2019

La Digos di Torino ha effettuato perquisizioni in sedi di organizzazioni di estrema destra

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Elisa Sola

Blitz contro la Legio Subalpina: in arresto il leader

Torino «Mein Kampf», «Nel nome del Duce», «Storia delle SS», «Canti fascisti». Sono i titoli dei libri — alcuni dei quali storici — sequestrati dalla Digos di Torino all’alba di ieri durante undici blitz avvenuti in abitazioni private di militanti di estrema destra e nelle sedi di due associazioni di area «skin»: la «Legio Subalpina», in corso Allamano, e la «Rebel Firm» a Ivrea. I «nazi» piemontesi sono mediamente giovani — hanno dai venti ai quarant’anni — e occupati: tra perquisiti ci sono farmacisti, falegnami, agricoltori e un dipendente del mattatoio di Torino. Tutti hanno la «passione» del collezionismo. È imponente la mole di materiale accatastata dalla polizia dopo i blitz su un enorme tavolo al secondo piano della Questura: quadri, poster di Hitler, bandiere, busti di Mussolini, anelli con il simbolo delle SS. Reperti del secolo scorso affiancati a T-shirt contemporanee con bandiere tedesche e svastiche stampate. La Digos ha sequestrato anche armi: dai coltelli — c’è anche un machete — ai tirapugni, dai manganelli telescopici alle pistole giocattolo e ai fucili per soft-air. In casa del leader torinese di «Legio Subalpina», Carlo Fabio D’Allio, 28 anni, impiegato di un’azienda privata di poste, sono state trovate «munizioni da guerra». Proiettili costati al giovane l’arresto. Il suo avvocato, Luigi Vatta, protesta: «E’ un ragazzo pulito senza precedenti e lo stanno dipingendo come un mostro. Ha manifestato la propria ideologia, ma sempre nei limiti del lecito, non è di certo reato conservare in casa oggetti del genere». «Le perquisizioni sono il seguito di un’operazione che il 20 giugno scorso ha portato ad altri sequestri e denunce», spiega il capo della Digos di Torino, Carlo Ambra, che precisa: «L’indagine è nata dal ritrovamento di uno striscione appeso in corso Unità d’Italia che riportava la scritta “Spezza le catene dell’usura, vota fascista, vota Forza Nuova”». II segretario del partito, Luigi Cortese, era stato denunciato per apologia del fascismo. Pochi giorni prima, il 21 maggio, lo stesso Cortese si era dichiarato «prigioniero politico» perché il questore Giuseppe De Matteis aveva impedito a lui e ad altri venti militanti di scendere per le strade di Aurora e di manifestare. Dopo Forza Nuova, la Digos si è concentrata su ambienti ancora più radicali dell’estrema destra, setacciando le abitazioni dei membri di «Legio Subalpina». Nelle case dei militanti ieri, sottolinea Ambra, «è stato trovato anche materiale riconducibile a gruppi ultrà della Juventus, in particolare ai Drughi Giovinezza e a Tradizione».

Photo Credits:La Repubblica edizione di Torino