31 Marzo 2018

Intervista alla Presidente della Comunità Ebraica di Merano sull’antisemitismo in Europa

Fonte:

Corriere dell’Alto Adige

La presidente Rossi Innerhofer

«Antisemitismo, il pericolo esiste

Istituzioni silenzio assordante»

Il delitto in Francia. Nel 2018 morire perché ebrei lo ritengo un fatto che sconvolge

Bolzano. L’omicidio di Mireille Knoll, la sopravvissuta alla Shoah di 85 anni barbaramente uccisa a coltellate nei giorni scorsi in Francia, ha riacceso i riflettori sulla minaccia antisemita in Europa. Sarebbe un errore credere che l’antisemitismo sia un fenomeno ormai appartenente al passato: la cronaca delinea un quadro poco rassicurante. La presidente della comunità ebraica, Elisabetta Rossi Innerhofer, richiede «che si faccia di più, da parte tutti gli attori sociali, per arginare questi gravi episodi».

Presidente Rossi Innerhofer, è giusto parlare di pericolo antisemita?

«Assolutamente si. Non so cosa deve servire ancora per parlare di antisemitismo. Solitamente sui nostri media non è riportata tutta l’escalation. Guardiamo alla Francia, all’assalto a un’associazione giovanile ebraica successivo all’omicidio della signora Knoll. Questi episodi si verificano non solo in Francia, ma anche in Germania».

Quale è la situazione in Alto Adige? Si percepiscono atti di matrice antisemita? «Chiaramente ci sono episodi e esternazioni, ma non siamo a questi livelli. Qui le istituzioni sono molto attente». Negli ultimi tempi sono diversi gli atti di matrice antisemita compiuti da persone di religione islamica.

È esagerato parlare di antisemitismo di stampo arabo?

«Nel caso di Mireille Knoll si tratta di antisemitismo di stampo arabo. Anche un anno fa c’è stato un altro omicidio da parte di un musulmano. Purtroppo nell’Islam ci sono questi soggetti radicalizzati che hanno una cultura dell’odio in antitesi con i nostri valori».

Secondo lei attualmente si sta facendo abbastanza per combattere l’odio razziale?

«Si parla tanto e si fa molto poco. Le parate ai giorni della memoria giusto per esserci non servono. Bisogna lavorare nella società, con gli studenti. Molte cose già si fanno con ottimi risultati. Qui stiamo parlando di antisemitismo islamico, bisogna controllare anche i genitori».

Quali sono le responsabilità del mondo dell’informazione?

«C’è tanta immondizia e disinformazione da far paura. A volte giro spesso sui social e ci vogliono litri di Maalox per leggere certe assurdità. Bisognerebbe fare servizi, anche a livello di comunicazione pubblica, più approfonditi e paritari, ospitando sempre anche ebrei. Ci vorrebbe più parità e equilibrio di analisi».

Presidente Rossi Innerhofer, sul tema ci sono opinioni discordanti. C’è chi ritiene sia opportuno accendere i riflettori su questi atti e chi, invece, è di opinione contraria.

«È vero, ci sono opinioni contrastanti. Si dice di non pubblicare le notizie per evitare emulazioni. Bisogna invece dare visibilità a questi episodi, cosicché non ci sarebbe questo silenzio assordante delle istituzioni. Ci vorrebbero punizioni esemplari. Non bisogna vendicarsi, ma punire. Bisogna incrementare le azioni culturali di integrazione. Un certo tipo di integrazione o non funziona o sono stati fatti errori. Anche la signora Knoll aveva fatto denuncia. Era stata minacciata di morte, ma nonostante questo purtroppo non si è intervenuti. Nel 2018 morire perché si è ebrei è sconvolgente». R. P.